Fatti
“Il giorno dopo sono andata a scuola”
di Enzo Boldi
Pubblicato il 2021-04-22
Il racconto di Eva Dal Canto che, quando aveva 17 anni, è stata vittima di uno stupro. Una risposta alle parole di Beppe Grillo che aveva “denigrato” la giovane che ha accusato suo figlio parlando di una denuncia arrivata “8 giorni dopo”
Non si possono e non si devono giudicare le reazioni e le tempistiche. Questa è la lezione che Eva Dal Canto ha dato a Beppe Grillo e a quel suo video-sfogo pubblicato sui social. La donna, oggi 29 anni, ha lanciato l’hashtag #Ilgiornodopo e ha raccontato di esser stata vittima, quando aveva 17 anni, di uno stupro. Un dolore enorme e la consapevolezza di una violenza subita che lascia i segni, sia fisicamente che psicologicamente. Ma con quel suo “Il giorno dopo sono andata a scuola”, ha raccontato le reazioni umane che, per loro natura, non sono le stesse per tutte e per tutti.
“Il giorno dopo sono andata a scuola”, la lezione di Eva Dal Canto a Beppe Grillo
Qui non si parla di condanne mediatiche o di etichette da colpevole prima della sentenza. Qui si parla di come il tema dello stupro sia stato trattato – male – da Beppe Grillo in quel suo (ormai) famoso video pubblicato su Facebook in difesa del figlio. I giudici analizzeranno le prove raccolte dagli inquirenti e dalla Procura di Tempio Pausania e decideranno se e come condannare Ciro Grillo e i suoi amici dopo la denuncia di una ragazza che li ha accusati di stupro di gruppo. Una violenza che, secondo il racconto della giovane, è avvenuta la notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019. Ma quel riferimento fatto dal comico genovese agli “8 giorni dopo” per la denuncia, è l’aspetto più grave di tutto questo capitolo.
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“Troppe persone subiscono stupri e violenze nel segreto delle loro camere, nelle macchine dei compagni di classe e non acquistano consapevolezza di ciò che hanno subito fino a molto tempo dopo. Talvolta, come nel mio caso, dopo anni – scrive Eva Dal Canto su Instagram lanciando l’hashtag #ilgiornodopo -. Ma il problema è anche che una certa narrazione sembra voler colpevolizzare chi sopravvive, che dopo lo stupro non può voler trovare una distrazione o un piccolo attimo per non pensare al dolore e cercare di andare avanti”. Perché non conta il tempo trascorso dalla violenza subita e la denuncia. Quella è una misura effimera che non placa alcun dolore.
(foto: da profilo Instagram di Eva Dal Canto)