Il Giornale e il documento segreto sul Coronavirus: chi salvare e chi no

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-07

Il Giornale spiega che la società di Anestesia ha inviato un documento ai primari delle terapie intensive per indicare le linee guida in caso di scenario estremo di contagio. Le prescrizioni prevedono di favorire i pazienti con aspettativa di vita più alta

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Luca Fazzo e Maria Sorbi sul Giornale di oggi firmano un articolo in cui si racconta di un documento segreto sul Coronavirus per decidere chi salvare e chi no. Il quotidiano spiega che la società di Anestesia ha inviato un documento ai primari delle terapie intensive per indicare le linee guida in caso di scenario estremo di contagio. Le prescrizioni prevedono di favorire i pazienti con aspettativa di vita più alta e stilare una lista di «meritevoli» alle cure.

«Le previsioni stimano un aumento dei casi di insufficienza respiratoria acuta di tale entità da determinare un enorme squilibrio tra le necessità cliniche reali della popolazione e la disponibilità effettiva di risorse intensive» è la pungente premessa del documento che la società di Anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Siaarti ha scritto per dare una guida etica ai primari che hanno da gestire un’emergenza più grande delle loro possibilità di cura. E per non lasciarli soli in una decisione così delicata e sollevarli da una parte della responsabilità nelle scelte.

Anche perché può essere che si debba decidere nel giro di pochi minuti e chissà in che condizioni. Il criterio base su cui lavorare è «privilegiare la maggior speranza di vita». Bisognerà quindi tenere in considerazione alcuni parametri: la gravità della malattia, la presenza di altre patologie, la compromissione di altri organi. E, ahimè, l’età. Che significherebbe sparigliare totalmente le carte del nostro sistema sanitario che – come nessun altro al modo – cura e opera anche i 90enni che hanno una possibilità di farcela.

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La decisione di porre una limitazione alle cure dovrà essere comunque motivata, comunicata, documentata:

In base alle raccomandazioni di etica clinica, i criteri di accesso alla terapia intensiva andrebbero discussi per ogni paziente «in modo il più possibile anticipato» creando una lista di persone «meritevoli» della rianimazione nel momento in cui le loro condizioni dovessero peggiorare. Come se non bastasse, c’è un altro risvolto che i medici cominciano a considerare: i pazienti non coronavirus che comunque hanno bisogno della terapia intensiva.

Anche loro, a estremi mali,potrebbero pagare sulla loro pelle le conseguenze di questa emergenza. «È da considerare anche l’aumento prevedibile della mortalità per condizioni cliniche non legate all’epidemia in corso, dovuta alla riduzione dell’attività chirurgica e ambulatoriale elettiva e alla scarsità di risorse intensive». Già, perché i malati «ordinari» non cessano di esistere e hanno gli stessi diritti di quelli affetti da coronavirus.

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