Il fedelissimo che Renzi vuole far eleggere alla Consulta

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-05-13

Ne parla Francesco Verderami sul Corriere: «Almeno mi avvertirà sulle sentenze»

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«Almeno mi avviserà per tempo quando penseranno di scrivere un’altra sentenza da venti miliardi»: con questo virgolettato attribuito a Matteo Renzi, Francesco Verderami sul Corriere della Sera spiega quali sono le intenzioni del premier a proposito dei due giudici della Corte Costituzionale ancora da eleggere dopo la sentenza sulla perequazione delle pensioni che ha portato un buco da 19 miliardi nel bilancio dello Stato. Solo una battuta o c’è una parte di verità nell’intenzione ventilata da Verderami di far eleggere un fedelissimo di Renzi alla Consulta? Spiega l’articolo:

Oltre a cercare i soldi per le pensioni, si capisce che il premier stia cercando anche di recuperare la serenità perduta dopo quello che a suo giudizio è stato un verdetto «a orologeria» di chiara natura «politica». Nonostante le spiegazioni ricevute, infatti, il leader del Pd continua a non credere alle coincidenze, non si capacita che una sentenza così delicata sia stata tenuta riservata per quasi due mesi e pubblicata poi «nel giorno più caldo: tra l’approvazione dell’Italicum e lo sciopero della scuola». È da quel giorno che tra il serio e il faceto continua a chiedere al ministro dell’Economia: «Ma non possiamo tagliare i fondi alla Corte per recuperare i soldi da dare ai pensionati?». Da quel giorno Renzi ha dovuto cambiare verso, costretto a giocare sulla difensiva. Ieri è stato persino costretto ad annunciare che lo Stato non potrà restituire «tutto a tutti», men che meno «subito». In piena campagna elettorale non è una buona notizia da dare a cinque milioni e mezzo di pensionati che sono in attesa.
Ma il premier deve prepararli alla brutta notizia: al momento opportuno il governo si farà infatti scudo degli «impegni assunti con l’Europa» per annunciare che non potrà sforare i parametri. E il gioco al massimo ribasso sui rimborsi servirà per ridurre l’impatto sui bilanci pubblici degli anni a venire. Con le urne in avvicinamento sono dunque chiare le ragioni che spingono Renzi a rallentare il varo del decreto. L’obiettivo è posticiparlo dopo le Regionali, e ogni occasione sarà utile a prendere tempo. Questa settimana non se ne parla e all’inizio della prossima, martedì sera, Padoan sarà chiamato a riferire davanti alle commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, riunite in seduta congiunta…
 

PENSIONI RIMBORSI QUANTO
L’infografica di Repubblica sui rimborsi per le pensioni (7 maggio 2015)

Di qui l’intenzione di far eleggere “un fedelissimo di stretta osservanza” alla Consulta. Mentre la sentenza viene utilizzata dai suoi avversari per partire all’attacco del premier:

Per una volta Renzi non va veloce, anche se l’offensiva dei suoi avversari lo ha costretto a scoprirsi, perché — come sostiene il democrat Rosato —«doveva iniziare a fermare la pressione del fronte degli irresponsabili, nelle cui file militano anche quanti votarono il decreto Monti». Di sicuro il dirigente renziano faceva riferimento agli esponenti di Forza Italia, ma l’allusione forse comprendeva i compagni dell’opposizione interna, impegnati nell’attacco al premier. Non è dato sapere fino a che punto si estenderà il conflitto nel Pd, né quali saranno le conseguenze. È certo però che la scorsa settimana il vice segretario Guerini ha affrontato il tema con il bersaniano D’Attorre: «State facendo un errore a scommettere contro Renzi. Perché dopo d ilui non ci sareste voi, ci sarebbe Grillo».

Leggi sull’argomento: Come hanno votato sulle pensioni quelli che oggi piangono per le pensioni?

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