Politica
Il deputato Sanna e la storia dell'insulto («zoccola») a Carla Ruocco
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-05-07
Alla fine l’onorevole sardo non viene sospeso. Perché fornisce una spiegazione della frase davvero surreale
Nelle pieghe del processo che ha portato alla sospensione per un totale di 649 giorni per una sessantina di deputati per i tafferugli di febbraio c’è una storia molto divertente. E’ quella che riguarda il deputato Francesco Sanna e la deputata Carla Ruocco, oltre che Patrizia Terzoni. Quest’ultima aveva infatti raccontato a febbraio che Sanna aveva rivolto un insulto gravissimo alla Ruocco (le aveva dato della “zoccola”) durante il dibattito e la conseguente rissa di febbraio. Ma alla fine Sanna non è stato sospeso. Carlo Tecce sul Fatto ci racconta il perché:
Episodi che accadono realmente alla Camera – 13 febbraio, il voto sulla riforma costituzionale – e che riassumono la vicenda di Carla Ruocco (M5S), espulsa e sospesa per 18 giorni per aver disturbato assieme ai colleghi del gruppo i lavori con quel motivetto “o-ne-stà”, e di Francesco Sanna (Pd), che più volte ha definito “zoccola” la medesima Ruocco. Il dem Sanna ha superato indenne l’esame del collegio dei Questori e non ha subìto punizioni dall’ufficio di presidenza perché s’è giustificato in una manier atalmente assurda che forse ha sollecitato l’altrettanta assurda clemenza della corte. In una lettera indirizzata a Laura Boldrini, annotano i Questori, “Sanna ha spiegato che, durante un vivace scambio con la Ruocco, ha utilizzato una locuzione mutuata da un’espressione gergale sarda ‘Zacc ’a strada’, che può esser eresa in lingua italiana come un invito ad allontanarsi (‘Ti invito ad allontanarti in gran fretta’)”.
È EVIDENTE che a Sanna, il termine “one -stà”, provoca una piccata reazione: “Siamo stati costretti a difendere la libertà del Parlamento dalla violenza verbale e acustica dei 5 Stelle, che volevano sistematicamente –ha detto – impedire ai deputati di parlare. Una delle protagoniste di questo tentativo di impedire alla Camera l’esercizio democratico delle proprie funzioni– che tra l’altro è un reato – è stata l’onorevole Ruocco”. La Camera ha accolto la difesa di Sanna e l’avrà salvato per cotanta inventiva, nonostante ci fossero dei testimoni e la denuncia è provenuta da una deputata. Ma l’ufficio di presidenza non ha risparmiato niente ai Cinque Stelle, processati in massa (in 51) per quella notte di opposizione al governo e di aspra critica, per quel coro “o-ne-stà” (in un’occasione “serva, serva”) a Boldrini, mentre si deliberava la seduta fiume per attuare senza esitazioni l’agenda renziana.