Il Coronavirus, l’immunità di gregge e il rischio di mezzo milione di morti in Gran Bretagna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-16

Gli esperti inglesi parlano di «equilibrio tra infezione e ospedalizzazione». Ma, anche con questo «equilibrio», i morti nel Regno Unito potrebbero essere tra gli 80.000 e il mezzo milione

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Il governo britannico non ha promulgato nessuna misura di isolamento per il Coronavirus SARS-COV-2 e per COVID-19 confidando nell’immunità di gregge. Francesco Guerrera, Direttore di Barron’s Group in Europa, spiega quali conseguenze concrete può avere per il Regno Unito questa scelta:

Questo ho capito: il piano di Downing Street è più complesso e sofisticato degli schemi sino-italiani e potrebbe portare a risultati migliori. Ma è anche più rischioso perché basato su una serie di premesse teoriche mai comprovate in pratica. I britannici partono dal presupposto che moltissime persone verranno contagiate, a prescindere da cosa decidano le autorità. Il loro obiettivo non è, come in Italia, fermare l’epidemia, ma far sì che le risorse limitate dell’infastruttura sanitaria siano capaci di assorbirne il picco e curare chi sta peggio. L’idea-chiave è quella dell’«immunità del branco» – basata sul fatto che chi sopravvive al virus non può contagiare.

Secondo stime interne del governo, la protezione collettiva della Gran Bretagna si raggiungerebbe quando almeno il 60% della popolazione (circa 41 milioni di persone) avrà il virus. Prima di allora, ci sono due obiettivi: controllare il tasso d’infezione in maniera che ci siano abbastanza letti, dottori ed infermieri; e cercare di «far ammalare» chi ha meno chance di morire. È così che si spiega la decisione – criticatissima – di Johnson di non chiudere scuole e non vietare assembramenti di massa come i concerti: il virus non è letale per gran parte di bambini e giovani.

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I tre approcci al Coronavirus (Corriere della Sera, 15 marzo 2020)

Gli esperti inglesi parlano di «equilibrio tra infezione e ospedalizzazione». Ma, anche con questo «equilibrio», i morti nel Regno Unito potrebbero essere tra gli 80.000 e il mezzo milione.

Sono cifre raccapriccianti (il totale mondiale sinora è circa 6.400 deceduti) ma, per Downing Street, questo è il modo migliore per risolvere la crisi una volta per tutte con le risorse sanitarie a disposizione. È una visione di «libero mercato della vita» che non sarebbe dispiaciuta a George Darwin o Adam Smith (entrambi britannici). Per molti è pura pazzia. Pierre Andurand, hedge fund manager di spicco, ha detto su Twitter, che la politica di Johnson è «un omicidio di massa». Per chi in Gran Bretagna ci vive, o per chi ha amici e parenti qui, questi sono giorni di ansiosa attesa: un branco sospeso tra la speranza dell’immunità e la paura della strage.

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