Il coraggio di Rita, che ha denunciato le violenze sul compagno detenuto a Santa Maria Capua Vetere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-02

La donna ha raccolto la testimonianza del suo compagno e quella di altre donne che hanno riferito delle violenze perpetrate dalla Polizia penitenziaria nei confronti di molti detenuti

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Violenze indicibili e mostrare, solo parzialmente, dal video pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano Domani. Il teatro degli orrori del carcere di Santa Maria Capua Vetere non è solo quello mostrato dagli estratti delle telecamere di video-sorveglianza, ma ci sarebbe molto di più. Una storia che, se non fosse stato per il coraggio di una donna, sarebbe rimasta rinchiusa dietro le sbarre dell’Istituto penitenziario in provincia di Caserta.

Santa Maria Capua Vetere, il coraggio della compagna che ha denunciato le violenze in carcere

A parlare oggi sulle colonne de Il Fatto Quotidiano è la signora Rita (nome di fantasia per evitare il riconoscimento, vista la delicatezza di questa triste vicenda, compagna di uno dei detenuti pestati brutalmente all’interno del reparto Nilo del carcere campano. La donna ha raccontato dei tentativi di dialogo con l’amministrazione penitenziaria ricevendo solamente una risposta ambigua, ma che aveva il sapore della conferma: “Era successo qualcosa. Quando ci allontaniamo, veniamo investite dagli insulti degli agenti”.

Il suo compagno, secondo la sua testimonianza, è stato uno dei detenuti a usciere peggio da quel pestaggio confermato anche della telecamere a circuito chiuso del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Ci mise quasi una settimana per entrare in contatto con lui. Nel frattempo, però, le moglie degli altri detenuti (in altri reparti dell’istituto penitenziario) avevano riportato le parole dei loro mariti che avevano parlato di urla provenienti dal settore Nilo il 6 aprile scorso. Erano le urla del pestaggio, delle testate con il casco, degli schiaffi, dei pugni e delle manganellate (anche su persone sulla sedia a rotelle).

E non mancano neanche i dettagli più macabri di una storia che, evidentemente, va ben oltre la reazione a una protesta. La donna ha raccontato che tra i risvolti più brutali di quanto accaduto quel giorno in quel carcere c’è anche quanto accaduto al fratello del suo compagno che ha spiegato di “esser stato violentato con un manganello”. Una ricostruzione inserita anche nelle carte che, nei giorni scorsi, hanno portato alle misure cautelari nei confronti di 52 agenti della Polizia penitenziaria.

(foto da Editoriale Domani)

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