Il cardiopatico che muore dopo due giorni in barella in attesa del ricovero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-24

Un uomo di 62 anni, Fortunato Evacuo, è morto dopo due giorni in cui era in un’autoamblanza attaccato a una bombola di ossigeno su una barella. L’uomo, cardiopatico, era affetto da COVID-19

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Un uomo di 62 anni, Fortunato Evacuo, è morto dopo due giorni in cui era in un’autoamblanza attaccato a una bombola di ossigeno su una barella. L’uomo, cardiopatico, era affetto da COVID-19. Ma, nonostante fosse un soggetto a rischio nell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia non c’era un posto per lui. Il figlio, spiega Repubblica Napoli, aveva avvertito i medici delle condizioni del padre, soggetto a rischio per le patologie pregresse:

«Mio padre ha un pacemaker e tre bypass, non può aspettare» aveva urlato ai medici, raccontando la sua storia anche attraverso i social nelle ore antecedenti alla tragedia. Aveva già presagito l’aggravarsi delle condizioni del padre, il cui respiro col passare delle ore diventava sempre più affannoso. Davanti a lui c’erano solo ambulanze: tre prima che arrivasse il suo turno. Il figlio era in ansia insieme alla sua famiglia. «Abbiamo chiamato l’ambulanza tre volte, ma non volevano portarlo in ospedale perché non ci sono posti» ha raccontato il giovane, descrivendo la sua odissea per recuperare una bombola di ossigeno e regalare una speranza di sopravvivenza al padre. «In ospedale non ne hanno. Per andarla a caricare i vigili mi hanno fatto anche la multa». Fortunato è rimasto per 36 ore su una barella, con il cuore malato e il Covid che da giorni ormai lo metteva alla prova da giorni.

La famiglia di Fortunato domenica sera ha ricevuto la notizia che uno dei polmoni dell’uomo era collassato e che non ce l’aveva fatta.

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