Economia
Il boom di dividendi delle aziende italiane nel 2019
neXtQuotidiano 18/02/2020
Economia e utili ristagnano, tuttavia nel il 2019 i big di Borsa hanno pagato ai soci 16 miliardi di dollari. E il 2020 si prospetta migliore
Anche se il PIL è fermo e l’economia italiana ristagna, le aziende quotate in Borsa pagano ai soci tanti dividendi. Spiega oggi Il Sole 24 Ore che in tutto il 2019 il monte cedole versato dai big di Piazza Affari ha continuato infatti a salire, secondo i calcoli di Janus Henderson, dell’8% su base annua in termini sottostanti (cioè depurati dall’effetto valutario e da voci straordinarie) fino all’equivalente di quasi 16 miliardi di dollari. E l’avanzata è proseguita anche lo scorso anno, pur a un ritmo inferiore, come già si intravede dai bilanci che le società stanno chiudendo in questi giorni e si può capire sulla base delle indicazioni che i manager proporranno in approvazione nelle assemblee di primavera e pagheranno nel corso del 2020. Aggiunge Maximilian Cellino:
In tutto il 2019 il monte cedole versato dai big di Piazza Affari ha continuato infatti a salire, secondo i calcoli di Janus Henderson, dell’8% su base annua in termini sottostanti (cioè depurati dall’effetto valutario e da voci straordinarie) fino all’equivalente di quasi 16 miliardi di dollari. E l’avanzata è proseguita anche lo scorso anno, pur a un ritmo inferiore, come già si intravede dai bilanci che le società stanno chiudendo in questi giorni e si può capire sulla base delle indicazioni che i manager proporranno in approvazione nelle assemblee di primavera e pagheranno nel corso del 2020.
Vista in termini più generali, la performance di rilievo registrata dalle italiane nel 2019 va tuttavia almeno in parte ridimensionata. In primo luogo perché nel già ricordato indice curato da Janus Henderson il peso dei «campioni» di casa nostra appare piuttosto residuale, anche se paragonato a Paesi che hanno la stessa popolazione. Sono appena 11 infatti le società di Piazza Affari comprese nell’analisi al confronto per esempio delle 46 francesi e delle 47 britanniche: un dato che comprensibilmente riflette le dimensioni relativamente ridotte del mercato azionario italiano.
Ma soprattutto perché nell’ultimo decennio «perduto» i dividendi italiani sono rimasti sostanzialmente invariati, quando si calcolano in termini di dollari.