La Russa a Liliana Segre: “Fiamma non è simbolo fascista, tuo marito si candidò con Almirante”. Ma…

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-13

Poche ore fa è arrivata la replica del senatore di FdI Ignazio La Russa, che si è avventurato in una altisonante difesa della fiamma in risposta a quanto affermato ieri da Liliana Segre

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Si torna a parlare del simbolo della fiamma tricolore di Fratelli d’Italia, che negli ultimi giorni è stato al centro delle (comprensibili) polemiche di chi ha visto in esso un evidente richiamo al regime fascista. Sono state molte, infatti, le legittime voci di protesta che si sono sollevate in area dem a causa del logo, ma, poche ore fa, è arrivata pure la replica del senatore meloniano Ignazio La Russa, che si è avventurato in una altisonante difesa della fiamma in risposta a quanto affermato ieri da Liliana Segre.

Ignazio La Russa ha dichiarato: “Con tutto il dovuto rispetto per la signora senatrice Segre che stimo, mi permetto di ricordare a scanso di ogni equivoco che la fiamma presente nel simbolo di Fratelli d’Italia – oltretutto senza la base trapezoidale che conteneva la scritta Msi – non è in alcun modo assimilabile a qualsiasi simbolo del regime fascista e non è mai stata accusata e men che meno condannata, come simbolo apologetico. Spero, inoltre, di non essere irriguardoso nel ricordare che il marito della stessa senatrice Segre, che ho personalmente conosciuto e apprezzato, si candidò con Almirante sotto il simbolo della fiamma con la scritta Msi senza ovviamente rinunciare alla sua lontananza dal fascismo”.

Ignazio La Russa risponde a Liliana Segre, che aveva detto: “Sulla condanna al fascismo bisogna partire dai fatti”

Nessuna ambiguità su certi temi: questo è l’invito che Liliana Segre ha fatto ieri a Giorgia Meloni su “Pagine Ebraiche”, dopo che la leader di FdI si era pronunciata sulle responsabilità storiche del fascismo, assumendo una posizione di netta condanna nei confronti del regime totalitario. Ma “bisogna partire dai fatti, non dalle parole e dalle ipotesi” l’aveva ammonita Liliana Segre, sottolineando come l’eliminazione della fiamma dal simbolo di FdI potesse rappresentare un giusto e concreto passo in questo senso. “Nella mia vita ho sentito di tutto e di più, le parole pertanto non mi colpiscono più di un tanto. A Giorgia Meloni dico: inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito”, questo l’appello di Segre.

Le parole di condanna al fascismo di Giorgia Meloni erano arrivate a seguito dell’attacco del giornalista del New York Times David Broder, che aveva pubblicato un articolo dal titolo “Il futuro è l’Italia, ed è squallido”, nel quale accusava Fratelli d’Italia di vicinanza al regime totalitario novecentesco. Da qui le dovute precisazioni di Giorgia Meloni, che aveva affidato alla stampa internazionale un messaggio preciso: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche”. Adesso, però, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti.

Liliana Segre sulla candidatura del marito col Msi: “Lui rinunciò a una eventuale carriera politica per amore nei miei confronti”

In merito alla candidatura del marito Alfredo Belli Pace col Msi di Almirante, Liliana Segre, ospite nel 2020 a Che tempo che fa?, aveva spiegato: “Mio marito, che era stato uno che aveva scelto due anni di internamento pur di non stare nella Repubblica sociale, vedendo molto disordine, per un certo periodo aderì a una destra in cui c’era anche Almirante. Io ho molto sofferto e ci fu una grande crisi. A un certo punto misi mio marito e me sullo stesso piano e dovevamo sceglierci di nuovo. O separarci. Per fortuna lui rinunciò per amore nei miei confronti a una eventuale carriera politica. E io aprì le braccia a un amore ritrovato e fummo insieme per altri 25 anni”. Insomma alla fine il marito di Liliana Segre non fece carriera con il partito di Almirante.

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