I trenta grillini che potrebbero diventare “responsabili”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-09

Pronti a votare il governo di Mattarella secondo La Stampa. Tra di loro ci sarebbero alcuni dei ministri indicati da Di Maio prima delle elezioni

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Trenta parlamentari del MoVimento 5 Stelle sarebbero pronti a votare la fiducia al governo “neutrale” di Mattarella – che potrebbe avere a capo Elisabetta Belloni – andando contro le indicazioni dei grillini, che vogliono la sfiducia e il voto a luglio. Lo racconta oggi Federico Capurso sulla Stampa:

Qualcuno ai vertici del Movimento, però, ha iniziato a preoccuparsi e nelle ultime ore ha stilato una lista di 30 parlamentari grillini che potrebbero decidere di non votare in linea con il gruppo (sfiducia ed elezioni a luglio). Alcuni dei trenta sono già stati avvertiti dagli sherpa di Di Maio: «Se seguirai le indicazioni del gruppo, verrai ricandidato. Altrimenti, verrai espulso». Tra di loro ci sarebbero alcuni dei ministri indicati da Di Maio prima delle elezioni, che da tempo prendono in considerazione, in una loro chat interna, l’ipotesi di «un buon governo tecnico».

Ci sono poi una decina di eletti nei collegi uninominali, provenienti dalla società civile e slegati dalle logiche di partito, così come alcuni eletti al plurinominale in Campania, Calabria e Sicilia. L’operazione dei vertici, per ora, sembra riuscita: i fermenti sono stati soffocati. Tanto che oggi, gli stessi «responsabili» grillini, alla rinnovata stima nei confronti di un governo del Presidente fanno seguire un «però non lo voterò».

mattarella governo del presidente

Anche la Lega ha i suoi problemi di tenuta del gruppo:

Nei territori del Nord, soprattutto tra gli ex di Forza Italia passati al Carroccio di recente, c’è chi tifa per un governo del Presidente. Partirebbe la legislatura e i Cinque stelle si ritroverebbero alle prossime elezioni con la classe dirigente azzerata per il limite dei due mandati, ragionano a taccuini chiusi due giovani deputati leghisti, «e se anche cadesse la regola dei due mandati, perderebbero consenso. Ma siamo in pochi a pensarla così. Meno di dieci».

E poi, aggiungono, «passeremmo da traditori». Assicurano quindi che alla fine, pur non condividendo la linea, voteranno contro. Più nutrita, invece, la truppa che ragiona dentro Forza Italia di appoggiare il governo del Presidente. E qui l’ipotesi di un voto di fiducia, che spaccherebbe la coalizione di centrodestra, è argomento concreto di discussione. «Qualcosa si muoverà nelle prossime ore», assicurano dai vertici, «ma non si capisce ancora in che direzione. C’è grande confusione». Eppure è una responsabilità diffusa senza peso, numeri, nomi. Insomma, senza la sostanza di cui è fatto un voto.

Leggi sull’argomento: Elisabetta Belloni: il nome caldo per il governo di Mattarella

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