«I tagli alle pensioni in Grecia sono anticostituzionali»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-11

Il Consiglio di Stato di Atene si pronuncia sui tagli del 2012 nell’ambito del secondo pacchetto di salvataggio del paese. E apre un buco nei conti di Tsipras e Varoufakis

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I tagli alle pensioni greche nel settore privato attuati nel 2012 decise dal governo nell’ambito del secondo pacchetto di salvataggio sono anticostituzionali e contrarie a quanto stabilito dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. E’ quanto ha stabilito oggi il Consiglio di Stato greco, che ha così aperto di fatto, come è successo in Italia per la perequazione delle pensioni tre volte il minimo, un buco da 1-1,5 miliardi di euro nei conti dello Stato. Ma, a differenza dell’Italia, la sentenza non sarà retroattiva.
 
I TAGLI ALLE PENSIONI IN GRECIA SONO ANTICOSTITUZIONALI
La sentenza arriva proprio mentre dovrebbe svolgersi attorno all’ora di pranzo l’incontro fra il presidente della Commissione Ue Jeran Claude Juncker e il premier greco Alexis Tsipras. Il tempo incalza: entro fine mese Atene deve pagare 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale e il 30 scade il secondo programma di aiuti. A quanto risulta stamattina uno dei punti in discussione a livello tecnico è stato il livello di surplus primario (al netto della spesa per interesse) che e’ necessario per garantire la sicurezza dei pagamenti: fonti elleniche hanno indicato di essere disposte ad arrivare fino a 0,85%, un decimo di punto percentuale più del previsto a fronte della richiesta di 1% dei creditori. Questa è solo uno dei problemi aperti e neppure il principale, data l’entità dei fondi in gioco (400 milioni di euro). Più complicato trovare l’intesa su pensioni e riforma dell’Iva. Per ora l’atmosfera di incontri politici costruttivi regge, indica un alto funzionario Ue coinvolto nelle discussioni a tutti i livelli. Si tratta pero’ di vedere come si ripercuoterà concretamente nel negoziato sui singoli punti.
LE PROTESTE DEI SINDACATI

Nel frattempo i sindacati greci hanno programmato proteste ad Atene e in altre città del Paese, per protestare contro i nuovi tagli reclamati dai creditori internazionali. Un piccolo gruppo di attivisti di Pame, un’associazione di categoria filocomunista, hanno occupato questa mattina presto la sede del ministero delle Finanze, ammainando la bandiera dell’Unione europea e dispiegando un enorme striscione dove c’era scritto che i greci “hanno sanguinato abbastanza”. “Abbiamo sanguinato abbastanza, abbiamo pagato abbastanza”, recitava lo striscione, che mostrava il premier di sinistra Alexis Tsipras al fianco dei suoi predecessori riformisti, il socialista George Papandreou e il conservatore Antonis Samaras. Pame e Adedy (il sindacato del pubblico impiego) hanno organizzato proteste ad Atene, Salonicco e altre città, dopo che sono emerse indiscrezioni sui nuovi tagli che dovrebbe rendere necessari l’accordo per un nuovo prestito che il governo è vicino a chiudere. Tsipras incontrerà il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, giovedì a Bruxelles, dopo aver concordato con i leader di Francia e Germania di intensificare goi sforzi per un piano di salvataggio che escluda un default di Atene.

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