I medici guariti dal Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-02

Il giovane medico che ha contratto il Covid-19: “Questa malattia si supera in pochissimi giorni”

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La Stampa racconta oggi la storia di due medici guariti dal Coronavirus SARS-CoV-2 e da COVID-19: la prima è una giovane dottoressa di Piacenza  finita in quarantena dopo aver combattuto con gli antibiotici che si era autoprescritta, per quello che sembrava un fastidioso raffreddore che non voleva passare.

I medici guariti dal Coronavirus

«Avevo fatto il vaccino antinfluenzale. Poi abbiamo fatto tutti il tampone. Un mio collega stava molto peggio di me. Lui negativo, io positiva», racconta lei, che poi continua:  «Il raffreddore ce l’avevo da una settimana, dieci giorni, prima che ci arrivassero tutti i pazienti dall’area di Codogno dopo la chiusura del Pronto Soccorso. Come l’ho presa? Un po’ di sconcerto, non me lo aspettavo. E un po’ di preoccupazione, non lo posso negare». Alla fine la sua è diventata una quarantena di famiglia. I genitori con cui vive, fuori dalla porta della sua camera con bagno che le lasciano il vassoio con il cibo, senza entrare. Il fidanzato a casa sua, anche lui in quarantena precauzionale, senza sintomi. «Per fortuna c’è il telefono, la televisione, i libri. Ho usato il mio tempo anche per preparare l’esame di specializzazione. Stare chiusi da soli in una stanza non è piacevole. C’è il rischio di rimanere soli coi propri pensieri».

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Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

Il secondo è E. V., anche lui medico: lavorava in un ospedale assai vicino alla zona rossa. L’allarme è scattato per un fastidioso raffreddore, complicato da una rinite, l’infiammazione delle mucose
del naso, e da qualche linea di febbre. Prima il ricovero in ospedale poi la quarantena a casa, moglie e figli da un’altra parte.

«Sto bene. No panico. Per fortuna né la mia famiglia né i miei colleghi sono stati contagiati. Non ho proprio idea di come possa essermi preso il virus. A metà febbraio ero stato al carnevale di Codogno, poi in un bar affollato. Magari c’entra il fatto che ero un po’ debilitato, sotto terapia antibiotica per un problema ai denti».

Mentre guariva, anche E.V. assisteva alla televisione agli assalti ai supermercati, alle mascherine esibite per strada, ai disinfettanti con prezzi da mercato nero: «Le scene apocalittiche che ho visto in questi giorni mi sono sembrate insensate. Non dobbiamo allarmarci ma pensare che questa malattia si comporta esattamente come una banale influenza e che nella stragrande maggioranza dei casi si risolve in tre o quattro giorni. Ma la cosa più importante è tutelare gli anziani, che sono i più a rischio soprattutto se hanno già altre patologie».

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