I fondi ai centri antiviolenza in ritardo di tre anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-19

Per le donne ospitate nelle case rifugio si chiede una retta al loro Comune di residenza ma succede che 90 volte su 100 i Comuni non pagano, o pagano con anni di ritardo.

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Le promesse della politica arrivano in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che arriva il 25 novembre: “Avrete più fondi”. Poi lo stanziamento arriva. Ma, racconta oggi il Corriere della Sera, ogni singolo euro a percorrere la strada fra le casse dello stato e gli enti locali ci mette molto tempo. Troppo tempo:

L’ong internazionale ActionAid monitora da anni la filiera dei fondi statali destinati a istituire e potenziare case rifugio e centri antiviolenza su tutto il territorio nazionale (a esclusione delle province autonome di Trento e Bolzano). E il dossier che ha appena chiuso per l’anno 2019 rivela la lentezza esasperante con la quale i soldi (comunque non sufficienti) arrivano a destinazione. Mesi e mesi per trasferire i fondi dallo Stato alle Regioni e altri ancora perché le Regioni li distribuiscano ai centri che ne hanno diritto, con meccanismi di ripartizione, complicati e ad alto tasso di burocrazia.

Per fare un esempio: al 30 settembre del 2019 risulta arrivato a destinazione il 63% dei fondi stanziati per gli anni 2015-2016 (17,5 milioni). Nel solo 2017 il governo mise a disposizione 12,7 milioni di euro dei quali, per ora, ai Centri è stato distribuito il 34%.

fondi centri antiviolenza
I fondi ai centri antiviolenza (Corriere della Sera, 19 novembre 2019)

Il peggio arriva con i fondi antiviolenza stanziati per il 2018. Si decise per 20 milioni il 9 novembre dell’anno scorso, il trasferimento della cifra alle regioni è avvenuto fra luglio e agosto di quest’anno. Risultato: ai Centri è arrivato per adesso soltanto lo 0,4%.Ancora nessun annuncio per lo stanziamento del 2019 che, si dice, sarà di 30 milioni e ovviamente arriverà in grave ritardo alla destinazione finale.

Per le donne ospitate nelle case rifugio si chiede una retta al loro Comune di residenza ma succede che 90 volte su 100 i Comuni non pagano, o pagano con anni di ritardo.

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