I due cialtroni che pubblicizzavano una ricetta per curare il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-03

La GdF ha oscurato i siti web della società nonché le pagine di un noto social network dove, tra l’altro, si esortavano gli utenti “a leggere con attenzione e condividere” i vari consigli medico-terapeutici, dispensati dalla coppia, marito e moglie, già arrestati in passato per esercizio abusivo della professione medica

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Pubblicizzavano sul sito della loro società una sorta di ‘ricetta’ in grado di curare il coronavirus. Un vero e proprio ‘protocollo medico’, privo di alcuna fondatezza scientifica, basato sulla somministrazione di integratori e di altre non precisate terapie. Gli amministratori di una società da anni attiva nel campo degli integratori e dei prodotti farmaceutici sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Torino, che ha sequestrato oltre 170 mila prodotti parafarmaceutici e integratori.

I due cialtroni che pubblicizzavano una ricetta per il Coronavirus

Nel corso dell’operazione, coordinata dalla procura di Milano, i finanzieri hanno oscurato i siti web della società nonché le pagine di un noto social network dove, tra l’altro, si esortavano gli utenti “a leggere con attenzione e condividere” i vari consigli medico-terapeutici, dispensati dalla coppia, marito e moglie, già arrestati in passato per esercizio abusivo della professione medica e somministrazione di farmaci guasti o imperfetti.

E a Roma intanto più di 1.000 mascherine non conformi alla normativa comunitaria e nazionale sono state scoperte dai finanzieri del Comando provinciale di Roma in una rivendita di ricambi per telefonia mobile in via dell’Omo, zona Prenestino. Durante un controllo anti contraffazione, le fiamme gialle del 3 Nucleo operativo metropolitano hanno rinvenuto, all’interno di diversi scatoloni, i dispositivi di protezione – sprovvisti del marchio di qualità CE (e in difetto di qualsiasi ‘autodichiarazione’ indirizzata all’Istituto superiore di sanità e all’Inail per l’attestazione del rispetto dei requisiti di sicurezza, deroga consentita in via eccezionale dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria) – oltre a circa 300 falsi articoli Apple e a 30.000 euro occultati all’interno di una valigia, di cui il titolare dell’attività, un cittadino cinese, non ha saputo giustificare la provenienza. L’uomo è stato denunciato per frode in commercio e introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi. In un minimarket di generi alimentari situato a Tor Pignattara una pattuglia dello stesso Reparto, accorsa a seguito di una segnalazione pervenuta al numero di pubblica utilità 117, ha scovato invece sei panetti di hashish, pari a oltre mezzo chilogrammo di stupefacente, nascosti nel retrobottega, accanto a mascherine prive di marchio CE e del confezionamento necessario a preservarne la sterilita’. Per il titolare e il dipendente, entrambi di nazionalità bengalese, è scattata la denuncia per detenzione di droga ai fini di spaccio e frode in commercio.

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