I 5700 posti letto dell’esercito sul Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-01

Il piano della Difesa al momento prevede 5.723 posti letto disponibili in tutta Italia. Al Nord – copertura per tutte le regioni, Val d’Aosta compresa – siamo a quota 2.585. Se aggiungiamo la Toscana si arriva a 3mila posti letto, ben oltre la metà del totale

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Il ministero della Difesa mette a disposizione 5700 posti letto per l’emergenza Coronavirus. La quarantena dei primi sette civili in una struttura militare è cominciata da qualche giorno a palazzo Riberi a Torino, storica costruzione di inizio ’900 dell’Esercito. Un’altra decina di cittadini sarà ricoverata già da martedì presso i locali sanitari del Comando Esercito di Milano. E altre richieste per i militari cominciano a fioccare: da Sanremo, Colle Isarco, in Campania.

I 5700 posti letto dell’esercito sul Coronavirus

Spiega oggi Il Sole 24 Ore che il ministro  Guerini, d’intesa con i colleghi del governo presieduto da Giuseppe Conte, ha chiesto al capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, di trovare subito posti letto in tutte le basi militari. Pronti alla consegna per l’emergenza in atto: i numeri in crescendo vorticoso dei contagiati, siamo già oltre i mille in tutta Italia, hanno messo in fibrillazione, se non quasi alle corde, diverse unità del servizio sanitario nazionale.

Il piano della Difesa al momento prevede 5.723 posti letto disponibili in tutta Italia. Al Nord – copertura per tutte le regioni, Val d’Aosta compresa – siamo a quota 2.585. Se aggiungiamo la Toscana si arriva a 3mila posti letto, ben oltre la metà del totale. Ai primi segnali dell’epidemia in atto, la ricognizione dei posti letto militari è scattata con priorità assoluta. Vecciarelli l’ha affidata al vertice militare di massima operatività: il Coi (comando operativo di vertice interforze) guidato dal generale Luciano Portolano.

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I posti letto messi a disposizione dall’esercito per il Coronavirus (Il Sole 24 Ore, primo marzo 2020)

Adesso il decreto legge appena approvato dal governo all’articolo 25 ha disposto che «le misure precauzionali volte a tutelare la salute » per «gli appartenenti alle Forze di polizia, alle Forze Armate e al Corpo nazionale  dei vigili del fuoco» devono essere «definite dai competenti servizi sanitari» in base a una serie di «procedure uniformi, stabilite con apposite linee guida adottate d’intesa tra le amministrazioni». Oltre al Coi ci saranno dunque presto anche indicazioni di ogni Forza armata, emanate dai rispettivi Stati maggiori per il proprio personale. Del resto le modalità operative dell’Aeronautica in volo o della Marina in navigazione pretendono procedure specifiche.

Leggi anche: Dove scattano le norme per l’emergenza Coronavirus

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