Economia
Dove scattano le norme per l’emergenza Coronavirus
neXtQuotidiano 01/03/2020
Nella bozza di decreto legge, approvata con la classica formula “salvo intese” nel consiglio dei ministri di venerdì sera, trova posto lo slittamento di 6 mesi, su tutto il territorio nazionale, del debutto dell’obbligo di segnalazione delle situazioni di crisi imprenditoriale a carico degli organi di controllo interno (sindaci o revisori) e dei creditori pubblici
Il Sole 24 Ore oggi spiega le norme per l’emergenza Coronavirus e racconta in quali zone scattano. Nella bozza di decreto legge, approvata con la classica formula “salvo intese” nel consiglio dei ministri di venerdì sera, trova posto lo slittamento di 6 mesi, su tutto il territorio nazionale, del debutto dell’obbligo di segnalazione delle situazioni di crisi imprenditoriale a carico degli organi di controllo interno (sindaci o revisori) e dei creditori pubblici (Inps, Fisco, agenti della riscossione). Una decisione, quella presa dal Governo, che viene incontro alle perplessità espresse ancora nei giorni scorsi dal mondo delle imprese medie e piccole.
Dove scattano le norme per l’emergenza Coronavirus
Il quotidiano di Confindustria spiega che il decreto legge del governo Conte corregge la rotta in maniera assai significativa rispetto al correttivo solo da pochi giorni approdato in Parlamento per i pareri delle commissioni:
Se infatti quest’ultimo aveva disposto un rinvio dell’obbligo di segnalazione circoscritto alle piccolissime imprese, quelle al di sotto dei parametri che obbligano le srl alla nomina dell’organo di controllo interno, lo schema di decreto legge, come sottolinea la relazione, estende il rinvio alla sostanziale totalità delle imprese interessate dal Codice della crisi (le grandi ne sono già escluse). Nel perimetro del rinvio sono così comprese le imprese che rientrano nella nozione di Pmi cristalizzata nel decreto del ministero dello Sviluppo del 18 aprile 2005 e cioè quelle che hanno meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo non superiore a 50 milioni, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni.
La scelta della proroga di sei mesi a febbraio 2021, dopo che la partenza era stata fissata al prossimo 15 agosto, si spiega con la necessità di assicurare un intervento più ordinato da parte degli Ocri (gli organismi che si dovranno preoccupare della gestione delle segnalazioni) probabilmente investiti da un numero di procedure di allerta che si annuncia non banale. Tanto più poi opportuno lo slittamento, se tiene conto che gli indici di allarme messi a punto dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti non sono ancora stati resi noti nella versione definitiva e che manca tuttora il regolamento di Unioncamere sulla procedura che gli Ocri seguiranno e i compensi che ne remunereranno i componenti
Nel testo trova poi posto anche un pacchetto di interventi sui procedimenti in corso, toccati in qualche modo dall’emergenza sanitaria.