I 16 operatori sanitari No-Vax calabresi sospesi e senza stipendio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-06-24

Si stringe il cerchio sugli operatori sanitari che rifiutano il vaccino anti-Covid. Per 16 di loro in Calabria scatta la sospensione (senza retribuzione)

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16 operatori sanitari No-vax, tra cui anche un veterinario, sono stati ufficialmente sospesi in Calabria per essersi rifiutati di sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid. Sono i primi effetti del Dl fortemente voluto dal governo che impone l’obbligo vaccinale a medici e operatori sanitari, in particolari quelli che si occupano a stretto contatto dell’emergenza Coronavirus. La sospensione da parte dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria è stata confermata dal commissario Gianluigi Scaffidi e arriva dopo una diffida con cui l’azienda aveva invitato i sanitari “ribelli” a sottoporsi alla vaccinazione, a tutela della propria salute e di quella dei loro pazienti. Non è bastato, e così si è arrivati alla soluzione più drastica, l’unica possibile. I 16 operatori sanitari, oltre ad essere stati sospesi dal servizio, resteranno privi di retribuzione fino al 31 dicembre o, comunque, fino a quando non accetteranno di farsi vaccinare.

Ma la Calabria non è l’unica regione costretta a fare i conti con i sanitari No-vax. Stando ai numeri dell’ultimo report settimanale del governo, sono 45.773 gli operatori sanitari che ancora non hanno ricevuto la prima dose di vaccino. A guidare questa classifica poco edificante, c’è l’Emilia-Romagna, dove mancano all’appello addirittura 14.390 tra medici e operatori sanitari: il 7,8% del totale. A seguire la Sicilia con il 6,52% e la Puglia con il 6,50%. Numeri che, negli ultimi mesi, sono comunque già calati drasticamente, in seguito al provvedimento del governo che ad aprile ha imposto la copertura vaccinale obbligatoria. Resta una sacca di No-vax, formata in larghissima parte da sanitari e la cui rappresentanza di medici è ridotta a poche centinaia di unità. Sempre troppe ma anche sempre meno. Ma governo, regioni e ordini dei medici stanno lavorando a stretto contatto, ognuno per le proprie competenze, allo scopo di ridurre ulteriormente questo numero fino a portarlo a un livello prossimo allo zero. E i risultati cominciano a vedersi.

 

 

 

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