Cultura e scienze

Hantavirus: perché la storia dell’operaio cinese morto per infezione non c’entra con una nuova pandemia

Giovanni Drogo 25/03/2020

La notizia che un cittadino cinese è morto per un’infezione da hantavirus ha spinto molte persone a temere l’arrivo di una nuova epidemia “cinese”. Ma le cose non stanno davvero così

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Lunedì un operaio cinese è morto in ospedale dopo che si era sentito male mentre si stava recando a lavoro a bordo di un autobus dalla provincia dello Shandong allo Yunnan . Per paura che si trattasse di un possibile paziente affetto da Covid-19 sono stati eseguiti i test su tutti i passeggeri del mezzo ma fortunatamente nessuno di loro aveva contratto il coronavirus SARS-CoV-2. Stando a quanto scriveva ieri il quotidiano cinese in lingua inglese Global Times l’uomo sarebbe morto a causa di un’infezione da hantavirus.

Hantavirus è un nuovo virus come SARS-CoV-2?

Subito si è diffuso il panico, molti hanno pensato che dopo il coronavirus che causa Covid-19 dalla Cina arriverà un nuovo virus che sarà ancora peggio di quello ha causato l’epidemia che stiamo affrontando ora. Ma la verità è che l’hantavirus (anzi, sarebbe meglio dire gli hantavirus, visto che si tratta di una famiglia di virus come lo sono i coronavirus) non è un nuovo tipo di virus o un virus sconosciuto. Il nome hantavirus viene dalla città di Hantan, in Corea, dove il virus venne isolato per la prima volta nel 1970. Era un periodo quello in cui non ci si preoccupava molto di stigmatizzare un’intera popolazione dando ad un virus il nome di una località geografica, tant’è che visto che una delle infezioni (dette hantaniosi) provocate dall’hantavirus venne scoperta durante la guerra di Corea negli Anni 50 quella malattia è nota con il nome di febbre emorragica coreana. Altre hantaniosi sono la febbre emorragica con sindrome renale, la febbre emorragica epidemica, la nefropatia epidemica e la sindrome da stress respiratorio.

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La diffusione degli hantavirus è vastissima, nel 1993 un’epidemia di hantavirus scoppiò negli Stati Uniti tra Arizona, New Mexico, Colorado e Utah. Fu il primo caso di infezione sul continente americano ma sono stati riscontrati in Estremo Oriente, nella regione dei Balcani, nella penisola scandinava, in Russia. A diffondere la malattia sono i roditori (ogni hantavirus è associato ad una specie di roditore precisa).

C’è il rischio di un’epidemia globale di Hantavirus?

Prima che Luca Zaia e altri esperti di epidemiologia vengano a dirci che i cinesi mangiano i topi (il che non spiega come mai vennero contagiati migliaia di soldati dell’ONU in Corea) il contagio non avviene tramite il consumo di carne infetta ma quando si viene a contatto – generalmente per inalazione di particelle di escreti freschi o essiccati e successivamente dispersi nell’ambiente. Il topo espelle il virus tramite feci e urine e può succedere che l’essere umano venga a contato con le deiezioni infette senza aver contatti con l’animale serbatoio.

Come il coronavirus anche gli hantavirus sono una zoonosi (malattie che si trasmettono dagli animali all’uomo) ma la trasmissione da uomo a uomo avviene in maniera diversa. Le possibilità di trasmissione interumana sono considerati un’eventualità eccezionale anche se sono registrati casi di infezione da uomo a uomo in Argentina nel corso di un’epidemia di infezione da Hantavirus con interessamento polmonare. Nel caso dell’epidemia negli Stati Uniti invece non risultano casi simili. Il contagio non avviene attraverso il sistema respiratorio ma tramite le secrezioni corporee (vomito, urina, feci) e il sangue. Non c’è quindi un pericolo immediato di un’epidemia di hantavirus e soprattutto di una sua diffusione su scala globale. Secondo Yang Zhanqiu, virologo dell’università di Wuhan normalmente i pazienti non vengono attaccati dal Covid19 e dall’hantavirus allo stesso tempo (ma considerando che SARS-CoV-2 è una virus relativamente nuovo questa affermazione non si sa quali basi scientifiche abbia). Più che a creare il panico o ad annunciare l’esistenza di una nuova epidemia la diffusione della notizia serve in realtà a “dimostrare” la trasparenza delle autorità sanitarie cinesi nell’allertare la comunità internazionale circa casi di infezione sospetti. Cosa che non si può dire sia successa all’inizio dell’epidemia di Covid-19 a Wuhan.

Foto copertina via Wikipedia.org

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