“Hanno agito secondo le regole”, la Questura di Milano spiega il “caso” Bakayoko

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-19

Dopo le polemiche iniziali, è la Polizia di Stato a fornire i dettagli sul video di quel fermo e di quella perquisizione ai danni del calciatore del Milan

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Si è trattato di uno scambio di persona nell’ambito di controlli di routine, in strada, dopo una notte di risse nella zona di corso Como. Dopo ore di polemiche e dopo la condivisione – sui social – di quel video, la Questura di Milano prova a far chiarezza su quanto avvenuto all’alba di domenica 3 luglio. In quella mattinata, infatti, il calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko era stato fermato da alcune volanti della Polizia di Stato. Poi una perquisizione, mentre una poliziotta puntava la sua pistola contro le altre persone presenti su quel suv. Alla fine la scoperta: non si trattava della persone segnalata, ma era un calciatore.

Bakayoko, la Polizia spiega il motivo del fermo e della perquisizione

Uno scambio di persona. Anzi, di persone. Tutto è partito, secondo le ricostruzioni della Questura, da una notte di risse e sparatorie nella zona di corso Como. Era il 3 luglio (quindi il video è recente, ma non recentissimo) e le pattuglie di Polizia erano avevano ricevuto alcune segnalazioni per individuare i presunti responsabili di quanto accaduto poche ore prima.

“Con riferimento al video diffuso in data odierna, relativo ad un controllo effettuato da un equipaggio dell’Upg-Sp a carico del calciatore del Milan Tiémoué Bakayoko, si rappresenta che lo stesso, avvenuto in un contesto operativo che giustificava l’adozione delle più elevate misure di sicurezza, anche in funzione di autotutela, si è svolto con modalità assolutamente coerenti rispetto al tipo di allarme in atto. Identificata la persona e chiarita la sua estraneità ai fatti per cui si procedeva il servizio è ripreso regolarmente, senza alcun tipo di rilievo da parte dell’interessato”.

Le pattuglie di Polizia, dunque, avevano ricevuto una descrizione dei presunti responsabili di quelle risse e di quelle tensioni avvenute nella notte tra sabato 2 e domenica 3 luglio: “Si cercano due uomini a bordo di un Suv, centrafricani, uno ha la maglietta verde”. Effettivamente, come mostrano le immagini catturate da un automobilista che passava di lì quella mattina, il centrocampista francese (di origini ivoriane) era a bordo di un Suv nero – che transitava in quella zona – e indossava una maglia verde. Ma questa spiegazione non spegne le polemiche. A contestare il comportamento della Polizia è stata anche Amnesty International.

Perché, constatato – dopo qualche istante – lo scambio di persona, ovviamente la domanda da porsi è: cosa sarebbe successo se l’uomo fermato non fosse stato “famoso”?

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