“Ha perso otto chili, mangiava pomodori marci in carcere”: il racconto del papà di Alessia Piperno

di Maria Teresa Mura

Pubblicato il 2022-11-12

L’inferno vissuto da Alessia Piperno durante i mesi passati in carcere in Iran

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“Ha dormito tra e me e mia moglie, è tornata piccola”, aveva raccontato ieri Alberto Piperno, il papà di Alessia, liberata dopo oltre un mese di detenzione in un carcere iraniano, parlando della prima notte trascorsa dalla ragazza insieme alla famiglia dopo il suo rientro a Roma. Ma oltre alla commozione e al sollievo per la liberazione di Alessia ora suo padre a Repubblica ha voluto far luce anche sull’inferno vissuto dalla figlia durante i mesi di prigionia.

“Ha perso otto chili, mangiava pomodori marci in carcere”: il racconto del papà di Alessia Piperno

“Non è stata toccata a livello fisico, ma a livello emotivo e psicologico è stata pesante e dura – aveva già dichiarato – Non sapeva se e quando sarebbe uscita; si preoccupava per noi, per la famiglia. È una ragazza forte, l’ho scoperto adesso”. Perché Alessia è stata forte ora è più chiaro. Alberto Piperno infatti in un’intervista a Repubblica ha sottolineato che “Non ha subito violenze fisiche ma psicologiche”. La ragazza veniva bendata ogni volta che la portavano fuori per farle prendere aria. E in ogni caso si trattava di cinque minuti, due volte a settimana. Lo stesso trattamento lo subiva se la spostavano da un posto all’altro di Evin. “È l’unico carcere dove è stata”, sottolinea il padre di Alessia che poi racconta cosa mangiava e in quali condizioni fisiche si trova in questo momento:

“Ha perso 8 chili, da 52 è passata a 44, la muscolatura si è indebolita. Lei è vegetariana e chiedeva pomodori. Glieli davano, ma marci. E lei mi ha detto: “Papà, li ho mangiati per riprendermi”. Povera figlia mia. Poi è passata al pane e zucchero, si è ripresa un po’. Al mattino c’erano una tazza di tè e un cetriolo”.

Alessia Piperno

Papà Piperno poi rievoca i terribili momenti in cui è scoppiato l’incendio a Evin, e si è pensato al peggio. Fino alla liberazione, inaspettata. Alessia pensava di essere trasferita in un altro carcere e anche in quell’occasione è stata bendata. Traspare l’orgoglio verso la sua ragazza “forte” anche nell’ultima risposta, quella in cui viene chiesto se ripartirà: “È la sua natura, non si può cambiare. Adesso resta un po’ con noi. Poi, sarà lei a scrivere il suo futuro”.

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