Beppe Grillo dice che non è più il suo MoVimento

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-07-24

I No TAV della Val di Susa saranno contenti di sapere che mentre Luigi Di Maio piscia loro in testa Beppe Grillo gli dice che piove

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I No TAV della Val di Susa saranno contenti di sapere che mentre Luigi Di Maio piscia loro in testa Beppe Grillo gli dice che piove. Il Garante del M5S infatti fa sapere a mezzo stampa che quello che dice sì all’Alta Velocità “non è più il mio MoVimento”, dimenticando che è stato proprio lui a dare tutto il potere all’attuale classe dirigente del M5S e mai, mai, mai, né nel caso dell’ILVA né il quello della TAP, né sugli F-35 né sulla Diciotti eccetera ha mosso un dito mentre i grillini si rimangiavano promesse, impegni e programmi. Adesso però Beppe “prende le distanze”, qualunque cosa ciò voglia dire, mentre arriva la marea di melma nei confronti di quelli che ha mandato avanti a governare. Racconta Ilario Lombardo sulla Stampa:

«Non è più il mio movimento» ripete ogni volta, per scacciare il fastidio di chi gli rinfaccia le promesse. Il Tap, l’Ilva, la regola del secondo mandato e ora la Tav. Una bandiera che viene incenerita assieme a migliaia di ricordi, di emozioni e di preoccupazioni. Per la Tav Grillo si è beccato una condanna a 4 mesi nel 2014, finita in prescrizione, per aver rotto i sigilli dei cantieri della Val Susa.

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Sia chiaro, il garante era stato avvertito. In serata, Di Maio, allarmato per le notizie di un Grillo furioso per «l’ennesimo tradimento», ha fatto sapere che aveva informato il comico via telefono. Ma tanto già a marzo, quando Conte si ingegnò per trasformare i bandi in avis de marché, sperando di guadagnare tempo con questa trovata semantica, Grillo aveva capito come sarebbe finita.

Beppe quindi sta semplicemente cercando di smarcarsi da una responsabilità che politicamente poggia tutta sulle sue spalle così come su quelle di Alessandro Di Battista, che non a caso ieri si è provvidenzialmente dato alla macchia filandosela dai social network per non dover dare imbarazzanti spiegazioni. Eppure l’ideona di conquistare voti promettendo cose impossibili da realizzare per poi scappare al momento giusto è la cifra stessa del M5S da quando è nato: basta vedere le aspettative delle promesse grilline su Roma e la realtà di una città che è riuscita incredibilmente a peggiorare su rifiuti e trasporti per capirlo. Prima o poi qualche PM ravviserà il reato di circonvenzione di elettore incapace. In attesa, meglio la fuga.

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