La rottura di Grillo con Rousseau è più vicina: Casaleggio ai margini del nuovo M5s

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-11

Nel nuovo Movimento non ci sarà spazio per le vecchie impostazioni. E potrebbe saltare Casaleggio, figlio di Gianroberto il fondatore.

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Sembra che Rousseau non faccia più parte del nuovo M5s. Non si sa bene come si chiamerà (forse M5s 2050), non si sa bene quale sarà il simbolo. Ma alcune cose si sanno. Tipo: lo guiderà l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ora è lì a riscrivere lo Statuto, pronto a rilanciare l’M5s in coppia (trio?) con il mondo democratico (Pd e Leu), e contro le destre. Ma, ovviamente, molto dovrà cambiare. Il tema più caldo di tutti? La piattaforma Rousseau, ora di proprietà di Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, che con Beppe Grillo nel 2009 ideò il movimento. Che ne sarà quindi del vincolo dei due mandati, della democrazia “diretta” tramite gli iscritti,  delle proposte online? Il comico ora è convinto che la via maestra sia quella di Conte leader e frontman unico, altimetri sarà debacle. E quindi sorgono spontanee domande come: che fine farà il direttorio a 5 approvato dagli iscritti (una piccola parte) alla piattaforma nelle settimane scorse per guidare l’M5s? Se si fa votare e non si rispetta il voto, allora a che serve? A poco. Ed è per questo che ora Beppe Grillo vuol mettere in panchina Davide Caselggio.

Scrive Annalisa Cuzzocrea su La Repubblica:

La sintesi pare essere: dobbiamo tornare a contare anche noi (Rousseau). Chiede trasparenze sulle nomine, Casaleggio. Anche quelle, vorrebbe si decidessero su Rousseau. Sull’intera operazione, però, i dirigenti M5s fanno calare un assoluto silenzio. Una sfilza di no comment pubblici, che in privato diventano espressioni come: “Sarà guerra”, “Faremo da soli”. O domande: “Ma le cariche in Rousseau chi le decide?”. tagliente, Roberta Lombardi sbotta in chat: “Gianroberto credeva nella politica fatta senza soldi, è un peccato vedere che c’è chi vuole fare business con Rousseau”.

L’aria è talmente avvelenata che martedì si è consumata l’ultima lie. Giuseppe Conte – che ha l’onere di riscrivere daccapo le regole del Movimento – ha lasciato la pratica più spinosa al comitato di Garanzia. Il reggente Vito Crimi ha quindi chiesto a Casaleggio: “Facci una proposta commerciale per la sola funzionalità del voto”. Per sentirsi rispondere: “La tua nomina è scaduta, non sei più il capo, voglio parlare con chi ha i titoli per una mediazione”. E, insomma, non se e è fatto nulla.

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