Il Governo ritira l’emendamento sull’invio di armi all’Ucraina e pensa a un decreto ad hoc

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-11-30

La risposta al mistero della sparizione dell’emendamento sulla proroga dell’invio di armi all’Ucraina: il Governo sta pensando a un decreto

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Ieri, per qualche minuto, l’improvvisa sparizione dalle commissioni Esteri-Difesa e Sanità del Senato dell’emendamento della maggioranza che stabiliva la proroga dell’invio di armi all’Ucraina (quello sulle “missioni Nato”) ha costituito un vero e proprio “giallo”.

Anche perché si attendeva proprio per oggi in Aula la discussione generale di quel testo, che chiedeva di estendere fino al 31 dicembre 2023 le norme sulla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a Kiev approvate dal Governo Draghi. Poi, la risposta al “mistero”: il Governo sta pensando a un decreto ad hoc.

Ciriani sull’invio di armi: “Il governo informerà sempre il Parlamento di quello che farà”

Un decreto che, stando a quanto riferito da alcuni presenti alla conferenza dei capigruppo del Senato, il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani vuole convertire entro il 31 dicembre 2022, giorno in cui scadrà quello attualmente in vigore. Nello specifico, Ciriani ha detto su questo punto: “Il governo non si è mai nascosto sul tema dell’invio delle armi in Ucraina. Il ministro Crosetto più volte ha ribadito la sua disponibilità a riferire alle Camere prima dell’invio”.

Il meloniano ha spiegato: “Si tratta di prorogare gli effetti di quella norma. La scelta dell’emendamento è tecnica per rendere più veloce il deposito e garantire la conversione dello stesso entro fine anno. Il governo informerà sempre il Parlamento di quello che farà, secondo una procedura che è standardizzata: consenso del Parlamento, azione del governo, controllo da parte del Copasir. Non cambia nulla”.

“Se le opposizioni garantiscono che ci sarà la conversione entro il 31 dicembre, il governo, su proposta del ministro Crosetto, prenderà in considerazione l’ipotesi di fare un decreto ad hoc – ha concluso Ciriani – Valutiamo la percorribilità di questa strada. Ma se c’è la volontà di tutti, credo che si possa fare”.

Guido Crosetto: “Se decreto non convertito, cadrebbe copertura giuridica dell’Italia sugli impegni presi internazionalmente in Ucraina”

Poco più tardi, è arrivata pure la risposta del ministro della Difesa Guido Crosetto: “Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere. In ogni caso, ho chiesto al ministro Ciriani di ritirare l’emendamento in questione, dopo che mi ha confermato l’impegno di tutti i gruppi parlamentari a calendarizzare un decreto sul merito della questione e ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022”. Crosetto sarebbe quindi pronto a portare giovedì prossimo, 1 dicembre, il decreto in Consiglio dei ministri e a intervenire in Aula.

“È ovvio – ha puntualizzato Crosetto – che se il decreto in questione non venisse fatto entro tale data, prevista dalla legge, cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina”. “Impegni presi – ha sottolineato ancora il ministro della Difesa – dal precedente governo che era anche sostenuto del partito di Conte. Mi aspetto che i gruppi parlamentari di opposizione rispetteranno l’impegno che oggi ci ha portati, per dimostrare la volontà di dialogo del governo verso il Parlamento, al ritiro dell’emendamento”.

Dall’opposizione è già arrivata piena disponibilità “a lavorare sul tema con serietà, come abbiamo sempre fatto”: queste le parole di Simona Malpezzi, capogruppo del Pd al Senato, che ha ricordato pure come sulla proroga del sostegno all’Ucraina i dem avevano chiesto “un apposito provvedimento, seguendo la linea portata avanti da marzo. Ci sembra che il governo abbia compreso”.

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