Come il governo italiano si arrabbia per la finale a Istanbul ma non blocca la vendita di armi ai turchi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-15

Il ministro Spadafora gliele ha cantate forti e chiare a quei birboni della UEFA: peccato che però non abbia fatto altrettanto in Europa con la vendita delle armi. Insomma, con la UEFA leoni e con le armi…

article-post

Il ministro dello Sport italiano Vincenzo Spadafora gliele ha cantate forti e chiare a quei birboni della UEFA:  “In qualità di Ministro per lo Sport del Governo italiano, le chiedo di valutare se non sia inopportuno mantenere, ad Istanbul, la finale della Uefa Champions League in programma per il prossimo 30 maggio”, ha scritto in una lettera al presidente dell’Uefa Alexander Ceferin.

Come il governo italiano si lamenta per la finale di Champions League a Istanbul ma non blocca la vendita di armi ai turchi

Una durissima presa di posizione, di quelle che all’UEFA staranno facendo tremare l’elastico delle mutandine. Peccato che alla singolare decisione di fare la voce grossa per un evento nel quale l’esecutivo Conte non ha alcuna voce in capitolo non corrisponda poi altrettanta durezza quando si tratta di fare le cose in Italia. Ieri infatti, a margine del Consiglio Esteri, il ministro Luigi Di Maio ha annunciato il blocco con il trucco alla vendita delle armi in Turchia: dopo aver auspicato come se non ci fosse un domani insieme al ministro della Difesa Guerini e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’embargo totale alla vendita di armi, la montagna ha partorito il toposorcio dello stop ai contratti futuri salvaguardando quelli in essere. Questo perché l’Italia voleva in primo luogo ottenere un embargo totale che non avrebbe messo in pericolo gli interessi delle aziende italiane (se viene bloccato l’intero export, nessuno in Europa ci guadagna era il ragionamento – sbagliato, perché nel mondo ci sono altre aziende concorrenti) e in secondo luogo tutelare i contratti in essere. Non avendo ottenuto il primo obiettivo nel Consiglio Esteri, ha ripiegato sul secondo.

vendita armi turchia italia alenia leonardo - 1
Il mercato globale degli armamenti e la posizione dei principali paesi esportatori a livello mondiale Fonte: SIPRI 

E, bisogna dirlo forte e chiaro, lo ha fatto perché le aziende che vendono armi alla Turchia sono di fatto delle controllate dello Stato. Secondo la Rete Italiana per il Disarmo le forze armate turche dispongono di diversi elicotteri T129 ATAK (61 gli esemplari venduti nel 2010) prodotti dalla TAI, la Turkish Aerospace Industry. Si tratta di elicotteri da combattimento che sono di fatto una licenza di coproduzione degli elicotteri italiani di AW129 Mangusta di Agusta-Westland, una società che fino al 2015 era controllata da Finmeccanica e che dal 2017 è entrata a far parte della divisione elicotteri di Leonardo. Il maggiore azionista di Leonardo è il Ministero dell’Economia e delle Finanze al cui interno oltre ad Agusta-Westland sono confluite anche altre società specializzate nella produzione di armamenti come Alenia Aermacchi e la storica OTO Melara. Insomma, con la UEFA leoni e con le armi…

Leggi anche: E alla fine l’Italia blocca con il trucco la vendita di armi in Turchia

 

Potrebbe interessarti anche