Attualità
Gli alimenti? Anche all'ex convivente
neXtQuotidiano 19/02/2017
Una sentenza del tribunale di Milano sancisce che gli alimenti sono dovuti anche all’ex convivente se questo si trova in situazione di difficoltà economica
Una sentenza del tribunale di Milano, che per la prima volta affronta questo profilo della legge Cirinnà, entrata in vigore il 5 giugno 2016, sancisce che gli alimenti sono dovuti anche all’ex convivente se questo si trova in situazione di difficoltà economica. Spiega oggi Repubblica che pronunciandosi sul ricorso di una donna, che chiedeva un assegno mensile all’ex compagno, il giudice Giuseppe Buffone della nona sezione civile scrive: «Una pretesa alimentare del convivente “more uxorio” (del convivente di fatto, ndr) è possibile solo per quelle convivenze che siano cessate a partire dal 5 giugno 2016», in quanto «la legge 76 ha introdotto nell’ordinamento il diritto agli alimenti in favore del convivente»:
L’obbligo a corrispondere gli alimenti non riguarda infatti solo le coppie che hanno sottoscritto “contratti di convivenza”, sempre previsti dalla legge Cirinnà. Ma tutte quelle coppie, omosessuali o etero, legate da un legame affettivo, che abbiano deciso di vivere nella stessa casa. Cinzia Calabrese, avvocato matrimonialista e presidente in Lombardia dell’Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori (Aiaf), dice: «Il pronunciamento del giudice Buffone indica una linea chiara. Eravamo in attesa di capire come la Cirinnà sarebbe stata applicata su questo punto, ora abbiamo un’indicazione».
La legge Cirinnà, e di conseguenza la sentenza che la richiama, prevede che l’assegno sia commisurato — nell’importo e nel periodo di erogazione — alla durata della relazione fra i due conviventi. E chesia dovuto solo a chi possa dimostrare di non avere reddito:
«Fra le ex coppie giovani, la situazione in cui uno dei due non abbia reddito è statisticamente frequente — dice Figone — . Si ricordi però che la legge in questo senso è chiara: l’aiuto della persona in stato di necessità spetta anzitutto ai suoi genitori, solo in subordine all’ex convivente. Dopo, vengono i fratelli». Gli alimenti non sono mai dovuti nel caso di coppie che si sono lasciate prima dell’entrata in vigore della legge 76. Per questo, il giudice Buffone nel respingere il ricorso della donna sottolinea come lei non abbia indicato se la relazione fosse finita dopo quella data. Un altro limite indicato nella sentenza è quello della competenza: per gli ex conviventi, anche con figli, la decisione sugli alimenti spetta al giudice civile monocratico. E non invece al tribunale collegiale, come succede per le coppie sposate.