Attualità
Giuseppe D’Ignoti: l’italiano arrestato per apologia del terrorismo
neXtQuotidiano 23/01/2019
La compagna costretta a indossare il velo islamico e a pregare insieme a lui. Si faceva chiamare Yussuf
Si chiama Giuseppe D’Ignoti il 32enne catanese arrestato dalla polizia di Catania con l’accusa di apologia dei delitti di terrorismo mediante strumenti informatici e istigazione ad arruolarsi in associazioni terroristiche.
Giuseppe D’Ignoti: l’italiano arrestato per terrorismo
Secondo quanto ricostruito, dopo essersi convertito alla fede musulmana, si presentava sempre come originario dal Marocco con il nome di Yussuf. D’Ignoti aveva iniziato a utilizzare i social network per la sua attività di propaganda e di diffusione mediatica. L’operazione è la conclusione di una complessa indagine della sezione Antiterrorismo della Digos di Catania, coordinata dalla Direzione centrale polizia di prevenzione, e con il contributo della Polizia postale del dipartimento Sicilia Orientale. Titolare dell’inchiesta è la Procura distrettuale del capoluogo etneo che ha chiesto ed ottenuto l’emissione dell’ordinanza cautelare in carcere.
Il 4 ottobre del 2017 è stato arrestato dalla polizia con l’accusa di riduzione in schiavitù, violenza sessuale continuata, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali gravissime commessi nei confronti della donna con cui aveva convissuto da aprile al 20 settembre 2017. La sua ex compagna ha raccontato che spesso era costretta a non uscire di casa e a subire aggressioni, nel corso delle quali ha anche riportato lesioni gravissime, e a indossare il velo islamico, a pregare insieme all’uomo e a visionare vari video in cui erano riprese uccisioni commesse da uomini arabi in divisa nera e verde, di prigionieri occidentali, uccisi perché “infedeli”. La donna, dopo l’ennesima aggressione, è riuscita a fuggire proprio mentre si trovava ricoverata presso un ospedale catanese.
La conversione in carcere
Da lì ha iniziato un lungo viaggio in treno, passando per Paternò, Napoli per poi giungere a Torino dove, lo scorso 22 settembre, ha presentato una denuncia alla Digos. D’Ignoti era già stato condannato per il reato di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti ai danni dell’ex moglie e aveva scontato la pena in carcere dal 2010 al 2015. Si era convertito in carcere nel 2011, a Caltagirone, mentre stava scontando una condanna a cinque anni di reclusione. Diceva di essere marocchino e di chiamarsi Yussuf. Aveva iniziato una capillare campagna sui social media sollecitando una guerra santa in Italia. Per questo inviava inni in favore dell’Isis ed incitava a prendere un fucile o un coltello ed andare ad ammazzare qualcuno ovvero a “fare pulizia a Milano, in Calabria…”, manifestando odio verso qualsiasi cosa rappresentasse l’Occidente. Aveva anche ridotto in schiavitù la compagna che costringeva a portare il velo e a vedere immagini e video di crudeli esecuzioni di “infedeli”.
Foto copertina da Sudpress