«Giuseppe Conte denunciato dall’ex moglie»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-28

Inutile segnalare, visto che si tratta di un articolo di Bechis, che il titolone c’entra poco con il contenuto complessivo dell’articolo perché la presidenza del consiglio citata da Valentina Fico non era all’epoca guidata da Conte

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Franco Bechis sul Tempo oggi racconta una causa imbarazzante per Giuseppe Conte: Valentina Fico, ex moglie, porta in giudizio la presidenza del Consiglio perché vuole i premi degli avvocati dello stato negati 12 anni fa quando era incinta del figlio dell’attuale premier. Il ricorso ha il numero 2087 del 2019 ed è stato presentato al Tar del Lazio dall’avvocato Costantino Ventura di Bari per conto di dodici clienti, tutte donne, tutte avvocatesse dello Stato. Ad essere citata in giudizio è in primis la presidenza del Consiglio dei ministri nella persona del suo legale rappresentante, che se dovesse soccombere sarebbe costretta a mettere mano al portafoglio per centinaia di migliaia di euro. Il Tar ha già fissato la trattazione di merito della causa in udienza pubblica per l’ 11 marzo 2020. Inutile segnalare, visto che si tratta di un articolo di Bechis, che il titolone c’entra poco con il contenuto complessivo dell’articolo perché la presidenza del consiglio citata da Valentina Fico non era all’epoca guidata da Conte:

Quel giorno dovranno dare battaglia da una parte il legale designato dalla presidenza del Consiglio guidata da Giuseppe Conte, dall’altra l’avvocato Ventura in nome delle dodici clienti, fra cui ne spicca una: l’avvocato dello Stato Valentina Fico. Non è un nome qualsiasi: è l’ex moglie di Conte da cui è separato da qualche anno. Ma è anche la mamma dell’unico figlio che hanno. E probabilmente una delle cause più imbarazzanti che si siano viste negli ultimi anni, perché di fatto contrappone l’ex moglie di Conte al presidente del Consiglio pro tempore, che è proprio lo stesso Conte.

Per un motivo che per altro riguarda entrambi, nemmeno troppo indirettamente: l’avvocato Fico vuole essere come le sue colleghe risarcita della mancata corresponsione dei premi per la vittoria delle cause della avvocatura, essendone stata esclusa durante la gravidanza quando era in congedo di maternità. Un danno economico che secondo il suo avvocato avrebbe subito quando «è venuta a trovarsi in stato di gravidanza, e pertanto con decreto dell’Avvocato generale dello Stato in data 16.10.2007 è stata collocata in congedo straordinario per maternità per il periodo dal 11.04.2007 al 10.09.2007 per la nascita del figlio Nicolò Conte, con esclusione pert) dalla partecipazione al riparto delle competenze di cui all’articolo 21 del regio decreto n. 1611/1933».

giuseppe conte valentina fico

Nelle ultime righe dell’articolo infatti Bechis scrive: “All’epoca l’avvocato Valentina Fico, oggi in servizio presso l’avvocatura generale, era ancora procuratore dello Stato alla seconda classe di stipendio presso l’avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro, e viveva felicemente con il marito lontanissimo dall’idea di approdare un giorno a palazzo Chigi con l’incarico più alto che possa esserci”.

Le norme e le percentuali sono state cambiate un po’ nel tempo, e c’è stata una stretta quando al governo era Matteo Renzi (prima di allora si dividevano anche gli onorari in caso di compensazione in giudizio delle spese). Per decenni questa norma ha fatto lievitare gli stipendi degli avvocati dello Stato, anche raddoppiandoli attraverso i premi, e quanto corrisposto ha sempre avuto anche un incidenza sui contributi per la pensione. Essendo le sue avvocatesse in maternità e quindi non potendo più seguire in quel periodo gli affari loro assegnati, l’avvocatura generale le ha escluse in quei mesi dal riparto del canestro generale dei premi. Ma le interessate ritengono che la misura sia ingiusta e il loro legale ricorda che a chi è in maternità spettano tutti gli assegni e indennità, salvo naturalmente quelli per le prestazioni di lavoro straordinario (che non possono svolgere) o le indennità per servizi e funzioni di carattere speciale che non possono ricoprire in quel periodo.

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