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La storia del video del minorenne violentato a Cava de' Tirreni
neXtQuotidiano 20/07/2016
Le violenze sono state filmate con un telefonino, presumibilmente – secondo gli investigatori – per ricattarlo in una fase successivo alle violenze. Le indagini dei Carabinieri proseguono per identificare i due complici che indossavano maschere e parrucche
Giuseppe Alfieri, titolare del centro massaggi, e Simone Criscuolo, entrambi cinquantenni, sono due dei quattro aggressori che hanno violentato nei mesi scorsi a Cava de’ Tirreni un ragazzo di diciassette anni. La storia è stata resa nota ieri: Il diciassettenne ha cominciato a frequentare il centro massaggi, allestito da Alfieri in una stanza di casa sua, in ottobre. Le indagini, coordinate dal pm Elena Guarino, hanno consentito di accertare che da parte del massaggiatore c’è stato un crescendo di abusi. Il ragazzo, spaventato, ha continuato a frequentare il centro. E lì, un giorno dello scorso aprile, la drammatica sorpresa: ad aspettarlo non c’era solo il titolare, ma altri tre uomini. A quel punto hanno abusato a turno di lui. È stata la madre ad accorgersi che l’umore del ragazzo era cambiato e lo ha convinto a raccontare tutto. Il diciassettenne è ora seguito da un’équipe di esperti.
La storia del video del minorenne violentato a Cava de’ Tirreni
Le violenze sono state filmate con un telefonino, presumibilmente – secondo gli investigatori – per ricattarlo in una fase successivo alle violenze. Le indagini dei Carabinieri proseguono per identificare i due complici che indossavano maschere e parrucche. Nel maggio scorso si era parlato di un centro massaggi a Cava de’ Tirreni dove in un blitz i carabinieri trovarono uomini che facevano sesso con prostitute anche minori. Gli investigatori, durante il blitz hanno raccolto files, indirizzi, referenze, materiale che accertava la presenza di prostitute minorenni, oggetti di lavoro e accessori d’uso per le pratiche sessuali svolte nelle stanze del centro, con iscrizioni nel registro degli indagati e contestuali sequestri probatori. L’indagine, arrivata al centro partendo da un meccanismo di annunci e richiami riservati diffusi lungo canali strettamente riservati, resta alle prime battute. Poi, a giugno, le notizie sullo stupro di un minore: un 14enne all’interno della struttura sarebbe stato stuprato da tre uomini e solo dopo l’intervento dei genitori (che avevano notato qualche stranezza nel suo comportamento) ha confidato quel rapporto sessuale accettando di raccontare tutto ai carabinieri. Racconta Grazia Longo sulla Stampa:
Giuseppe Alfieri, 51 anni, è stato arrestato dai carabinieri insieme a Simone Criscuolo, 49 anni, originario della zona ma residente a Vicenza. E se il primo si è poi rivelato dedito alla prostituzione maschile – con uomini anche sposati della zona -, il secondo era già stato arrestato nel 2006 in Veneto per una brutta storia di prostituzione minorile. Insieme ad altri quattro aveva più volte violentato e poi spinto a «vendersi» un ragazzino di 14 anni. Gli altri due complici invece non sono ancora stati identificati proprio perché indossavamo le maschere.
Lo stupro del branco è solo l’ultimo anello di una catena di aggressioni sessuali che lo studente aveva dovuto patire da parte di Alfieri. «Dopo i primi massaggi regolari mi ha detto che mi avrebbe filmato per fare pubblicità al centro – ha spiegato il ragazzo, che appartiene ad una famiglia borghese di liberi professionisti -, ma poi ha incominciato a mettermi le mani addosso e palpeggiarmi nelle parti intime. Mi ha filmato e ricattato: se avessi denunciato quei video sarebbero finiti sul web».