Politica
Giulia Bongiorno e Salvini vittima di magistrati politicizzati
neXtQuotidiano 03/09/2018
La ministra della PA all’attacco dei giudici che hanno indagato il ministro dell’Interno. Con argomenti curiosi
Ve la ricordate Giulia Bongiorno, che da deputata finiana in commissione Giustizia fece vedere i sorci verdi a Berlusconi mentre difendeva a spada tratta la magistratura dagli attacchi dei forzitalioti? Bene, state attenti a non scambiarla con Giulia Bongiorno ministro della Pubblica Amministrazione e neosenatrice della Lega, che oggi a Libero ha spiegato come un complotto dei magistrati abbia consentito di far finire il povero Matteo Salvini sotto indagine:
Ministro,lei in cerca di legalità diventaleghista e Salvini rischia trent’anni per non aver fatto sbarcare per giorni 150 profughi. Torni avvocato: accetta la difesa?
«Invito tutti a esaminare la cronologia degli eventi,metodo che uso in ogni processo. Non ho apprezzato che prima dell’inizio dell’indagine uscisse un comunicato da parte di una corrente della magistratura nel quale si lanciava un invito irrituale a farsi sentire rispetto al caso della nave Diciotti. Quasi in sequenza è stata avviata l’indagine».
Ovviamente Bongiorno dovrebbe sapere che correlazione non è causazione, ma ancor più stupefacente delle sue connessioni spurie è la nuova vita della ministra, che stupisce anche l’autore dell’intervista Pietro Senaldi:
Ma cosa fa, mi attacca i giudici per difendere il suo ministro?
«Da presidente della Commissione Giustizia in Parlamento ho sempre difeso l’indipendenza dei magistrati, che è una garanzia per tutti i cittadini, e continuo a farlo ribadendo che la politica non deve interferire con la magistratura. Ma aggiungo con altrettanta convinzione che non devono esserci interferenze di gruppi di magistrati su scelte giurisdizionali che spettano a chi deve occuparsi del singolo caso. È inaccettabile che dei magistrati,che dovrebbero agire come dei sacerdoti, visto che hanno il potere di assolvere e condannare, interferiscano nelle indagini altrui».