“Vigileremo su diritti e libertà in Italia”: le parole della ministra francese Boone che fanno infuriare Meloni e Calenda

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-10-07

Le parole della ministra francese non sono piaciute a Giorgia Meloni, che in esse ha riconosciuto un’ingerenza poco gradita da parte di Parigi

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“Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto diritti e libertà”, queste le parole della ministra francese per gli Affari europei Laurence Boone in un’intervista a Repubblica. “È importante che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni – ha sottolineato la ministra francese – rispetteremo la scelta democratica degli italiani. L’Europa deve rimanere unita. Sulle sanzioni alla Russia, Meloni ha espresso chiaramente il suo sostegno a ciò che l’Europa sta facendo. Dopodiché è chiaro che abbiamo delle divergenze, saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto. L’Ue ha già dimostrato di essere vigile nei confronti di altri Paesi come l’Ungheria e la Polonia. Non c’è ancora un nuovo governo in Italia, giudicheremo dai fatti. Le norme sullo Stato di diritto si applicano a tutti i 27 membri Ue”, ha concluso Boone in merito al rischio in Italia di una deriva illiberale simile a quella registrata dai governi di Budapest e Varsavia.

La risposta alla ministra francese Boone, Meloni: “Un’inaccettabile minaccia di ingerenza”. Calenda: “Parole inopportune”

Ma le parole della ministra francese non sono piaciute alla premier in pectore Giorgia Meloni, che in esse ha subito riconosciuto un’ingerenza non richiesta e poco gradita da parte di Parigi sulle questioni italiane. Pubblicando su Facebook lo screenshot con l’articolo di Repubblica, la leader di FdI ha così commentato le affermazioni di Boone:

Leggo su Repubblica che il ministro francese per gli Affari europei, Laurence Boone, avrebbe detto: “Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo su rispetto di diritti e libertà” e “saremo molto attenti al rispetto dei valori e delle regole dello Stato di diritto”. Replicando lo scivolone già fatto qualche giorno fa dal primo ministro francese Élisabeth Borne. Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia di ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa.

E, oltre ogni schieramento politico, anche il leader del Terzo Polo Carlo Calenda si è unito alla rabbia di Meloni in merito alle parole della ministra francese Boone. Ospite a L’aria che tira, il leader di Azione ha detto: “Siamo un Paese dell’Unione europea, se c’è una questione attinente allo stato di diritto se ne occupa l’Ue come ha fatto con Polonia e Ungheria, quindi è del tutto inopportuno. Io nelle condizioni di Meloni mi sarei espresso come si è espressa lei”.

 

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