Giocano al politicamente corretto, ma l’asterisco è messo a caso: l’ultima gaffe di Regione Lombardia

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-04-19

Ecco come è stata declinata la parola artista in una serie di stories pubblicate su Instagram

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Le battaglie di civiltà linguistica che ora ci spingono a chiamare i ministri donne “ministra”, e i sindaci donne “sindaca” stanno piano piano portando i loro frutti (per fortuna). Tanto che ormai queste parole stanno entrando sempre più all’interno del vocabolario dell’individuo comune, che (per fortuna anche qui) non storce più il naso se sente qualcuna presentarsi come avvocata o – tanto per dirne una che ha sollevato qualche polemica – direttrice d’orchestra. Perché quei lavori che prima erano solo degli uomini, e che quindi eravamo abituati a sentirli declinati esclusivamente al maschile, oggi (menomale) vengono svolti anche dalle donne. E quindi è giunta l’ora che il nostro orecchio si abitui, e che la civiltà progredisca. Per cui ben venga ogni declinazione al femminile dei sostantivi maschili. Ma, attenzione: nella lingua italiana ci sono alcuni sostantivi che sono sia maschili che femminili, i cosiddetti “neutri”. E, in questa circostanza, la desinenza è unica. È il caso del sostantivo “artista”, che – basta fare una ricerchino sul dizionario – si capisce essere sia maschile che femminile, con il plurale maschile in “-i” e quello femminile in “-e”.

L’appello della Regione Lombardia per la ricerca di artist*

Si legge (ahinoi) nel post che chi gestisce il profilo Instagram della regione Lombardia ha scritto nelle storie del social: “Sei un giovane artist* o fai parte di un collettivo artistico?”. Con quell’asterisco lì che fa male agli occhi. Ecco, questo è uno di quei casi in cui non è stato rispettato il genere neutro del sostantivo, ed è un serio errore grammaticale. C’è da dire la verità: nelle altre storie pubblicate, sembra che invece le altre desinenze siano corrette, e quindi ci piacerebbe pensare che si sia trattato di una svista. Ma questo non è dato saperlo: l’unica cosa certa è che chi l’ha letto si sarà fatto una risata, di quelle un po’ amare e un po’ grasse.

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