Beatrice Venezi ad Amadeus: sono “direttore d’orchestra” e non “direttrice”

di Giorgio Saracino

Pubblicato il 2021-03-05

Dice: “La posizione e il mestiere hanno un nome preciso. Io faccio il direttore d’orchestra”.

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La precisazione della direttrice (ah, no: direttore) d’orchestra Beatrice Venezi arriva sul palco dell’Ariston di Sanremo durante il festival di Amadeus. E si inserisce nell’eterno (ormai) discorso sul femminile dei nomi delle professioni che nel corso della storia hanno assunto il genere maschile e non quello femminile. Ed è stato così per un semplice motivo: nel corso della storia la stragrande maggioranza di queste figure professionali sono state ricoperte da uomini. E quindi: il sindaco, il ministro, e via così. Ma poi negli anni (per fortuna) le cose son cambiate, e anche le donne hanno iniziato a ricoprire ruoli e incarichi di spessore nella società. E quindi, è giusto cambiare il nome del sostantivo e declinarlo al femminile? C’è chi dice di sì, chi di no. Noi diciamo di sì (ma questo poco importa).

Beatrice Venezi ok
Foto IPP/Andrea Oldani
Sanremo 05/03/2021
71° Festival della canzone italiana di Sanremo quarta serata
Nella foto la direttrice d’ orchestra Beatrice Venezi
italyphotopress world copyright

Quello che importa è che Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, ci tiene. Vuole che sia chiamata così, al maschile, perché – spiega ad Amadeus – “la posizione e il mestiere hanno un nome preciso, che è quello di direttore d’orchestra”. Ad aprire il discorso è proprio Amadeus, che dice: “La polemica qui a Sanremo è sempre dietro l’angolo”, e si gira verso la Veneziani: “Spiego perché ti chiamo ‘direttore’ e non direttrice”. Di nuovo verso il pubblico: “Quando l’ho chiamata e le ho detto che l’avrei presentata come direttrice d’orchestra lei mi ha detto di no”. Prende allora la parola Beatrice Veneziani. “Io ci tengo: non conta esser direttori o direttrici, ma conta quello che si fa. Io faccio il direttore d’orchestra”.

Una polemica che ormai ha radici lontane. Una delle cartoline che arrivano (ormai) dal passato è quella dell’ex ministra (al femminile, qui) dell’Istruzione Valeria Fedeli, esecutivo di Paolo Gentiloni. Conferenza stampa, succede questo: un giornalista alza la mano, gli danno la parola. Lui esordisce: “Scusi ministro..”, e viene subito stoppato dalla Fedeli: “Riesco a dirle di chiamarmi ministra o è complicato?”. Il resto è storia.

Insomma, contrari e favorevoli, scatenatevi.

 

 

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