«Gianluigi Paragone, la quinta colonna salviniana nella maggioranza»

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-01-05

Oggi Aldo Grasso sul Corriere della Sera si dedica a Gianluigi Paragone per correggerlo sulla sua definizione di Luigi Di Maio e per ricordarne l’ennesimo voltafaccia: Glanluigi Paragone ha detto di essere stato espulso dal nulla, nella persona dl Luigi Di Malo: «II nulla sono lui e tutti quegli yes man” che ha intorno. I …

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Oggi Aldo Grasso sul Corriere della Sera si dedica a Gianluigi Paragone per correggerlo sulla sua definizione di Luigi Di Maio e per ricordarne l’ennesimo voltafaccia:

Glanluigi Paragone ha detto di essere stato espulso dal nulla, nella persona dl Luigi Di Malo: «II nulla sono lui e tutti quegli yes man” che ha intorno. I miracolati della Lotteria Pomigliano». E fin qui, si può anche essere d’accordo. A volte, però, basta un nonnulla (l’ennesimo voltafaccia del multivago Paragone) perché il nulla si riveli in tutta la sua tragicità. Si perché dal nulla non può nascere nulla (così Lucrezio, nel primo libro dei De rerum natura). Non ci voleva molto per capirlo: fin dalla sua nascita, l’equivoco del M5S si fonda sullo scambio del nulla con la possibilità del tutto.

paragone di maio m5s - 3

Anche perché, come avevano già teorizzato Casaleggio padre e seppe Grillo, è facile far credere a una nullità di essere qualcuno. Ma anche tutti i cambi dl casacca di Paragone sono la dimostrazione che nessuno fa niente per niente. II nulla non si misura in lunghezza né in larghezza, il nulla si misura in profondità: è il tema dell’abisso del «nulla assoluto» che attraversa la storia della filosofia e della teologia. E anche della nostra politica, che da tempo macina il nulla. Questa storia insegna che Gianluigi Paragone, la «quinta colonna» salviniana dentro la maggioranza, viene dal nulla per ricadere nel nulla. Nel populismo complottista, infatti, il nulla è per sempre.

Ma d’altro canto Paragone è stato espulso dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Conte (due volte, ma la prima è stato “perdonato”): per questo non poteva che essere difeso da Alessandro Di Battista.

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