Il giallo dei vitalizi: chi vuole regalare 50mila euro ai parlamentari?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-12-29

Il Partito Democratico smentisce compatto e parla di bufala: nessuno ha mai proposto la cancellazione delle pensioni dei parlamentari in cambio dell’incasso di 50mila euro cash. Eppure Repubblica conferma e parla di fonti vicine alla segreteria. Ovvero, a Renzi

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Nei giorni scorsi abbiamo parlato di un piano per salvare i contributi dei parlamentari, erroneamente chiamati “vitalizi”, che maturerebbero soltanto a settembreCarmelo Lopapa su Repubblica raccontava un provvedimento in rampa di lancio a Montecitorio che «può segnare una svolta, un punto in favore dei renziani: convincere peones e new entry parlamentari a chiudere anzitempo la legislatura con una contropartita niente male. Una “buonuscita” da 50 mila euro cash. Passa attraverso l’abrogazione di qualsiasi pensione in favore di deputati e senatori a partire dalla diciottesima legislatura, la prossima: i 950 euro netti mensili da incassare a 65 anni dopo una sola legislatura (1.500 a 60 anni dopo due)». Il piano ha naturalmente trovato l’opposizione del MoVimento 5 Stelle ma è stato anche smentito dal Partito Democratico.

Il giallo dei vitalizi: chi vuole regalare 50mila euro ai parlamentari?

Il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato ha fatto sapere ieri: “Le congetture sulle pensioni dei parlamentari sono fantasia, il Pd non ne ha mai discusso e nessuna modifica è stata né ipotizzata né pensata”. E il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti gli ha fatto eco: “Io non ho firmato nessuna proposta”. Anche la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani ha parlato di notizia falsa: “Dal quartier generale del M5S stanno lanciando le bufale della disperazione”. Ma, a parte che la notizia non viene dai grillini ma da Repubblica, il quotidiano di Calabresi ha oggi rilanciato citando fonti vicine alla segreteria (ovvero a Matteo Renzi):

Fonti vicine alla segreteria pd confermano che la proposta era sul tavolo fino al 26 dicembre e che non è stata affatto messa da parte. «Dobbiamo solo congegnarla bene – spiegano – non si tratta di un’ipotesi rimasta vaga, era già tutto pronto e la metteremo a punto nel migliore dei modi». Ma all’interno della stessa dirigenza del partito democratico c’è chi pensa che se non c’è il clima adatto, sia meglio lasciar perdere per non fare l’ennesimo regalo al Movimento di Beppe Grillo. Aspettando che il problema sia risolto a livello giudiziario, quando ci saranno i primi ricorsi contro una norma considerata illegittima.
[…]In realtà, di discussioni ce ne sono state molte. Perché molti sono i parlamentari preoccupati di perdere i contributi versati finora nel caso la legislatura non andasse avanti fino almeno al 15 settembre. Si tratta dei due terzi di Montecitorio e Palazzo Madama, tutti i deputati e i senatori alla prima legislatura, 608 persone che – se davvero si andasse alle urne in primavera o in estate, come vorrebbe l’ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi – non avrebbero la pensione: quei 950 euro dai 65 anni previsti dal regolamento solo nel caso si arrivi a 4 anni, sei mesi e un giorno di lavoro in Parlamento.

vitalizio 50mila euro per votare subito
La riforma del sistema dei contributi previdenziali (La Repubblica, 27 dicembre 2016)

C’è anche da ricordare che  i vitalizi propriamente detti sono stati già aboliti nella scorsa legislatura, che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo: oggi il diritto al trattamento pensionistico si matura al conseguimento di un duplice requisito, anagrafico e contributivo. Pertanto, il parlamentare ha diritto al trattamento pensionistico dopo avere svolto il mandato parlamentare per almeno 4 anni e mezzo e una volta compiuti 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo di 60 anni.

Il complotto e la bufala

Sin da subito in realtà si è capito che la proposta rischiava di diventare un autogoal. Perché è evidente che chi la sta proponendo non si rende conto di come verrebbe raccontata questa vicenda se davvero si arrivasse a presentare un nuovo provvedimento: l’opposizione direbbe sin da subito che questo è un regalo da 50mila euro ai parlamentari («Cinquantamila euro agli onorevoli per farci votare subito, è una vergogna!») e così un provvedimento che avrebbe anche una sua logica finirebbe nel bel mezzo della polemica politica sulla casta in piena campagna elettorale. È evidente che ci guadagnerebbe chi lo critica e che ci perderebbe chi lo propone e lo difende.

E anche ieri Repubblica tornava a citare non meglio precisate fonti interne al Partito Democratico:

Chi lavora alla proposta nel Pd, per ora sotto traccia, spiega che non si tratta di fare “regali” alla casta o di dare buonuscite ai parlamentari riottosi: «La norma che fa perdere i contributi versati se la legislatura non dura – spiegano – è illegittima».

Ciò nonostante, oggi pare che la proposta alla fine non l’abbia fatta nessuno. Meglio così, visto che era un’evidente sciocchezza.

Leggi sull’argomento: Cambiare i vitalizi per andare al voto subito?

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