Ghali, Marracash e la “figura di m…” di Salvini in Polonia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-20

Il “featuring” tra i due rapper che, a distanza, hanno lo stesso giudizio su quel che accadde qualche settimana a Przemysl con protagonista il leader della Lega

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Salvini unisce quello che la scena rap ha diviso (prima di chiarimenti e nuove collaborazioni). Durante la presentazione del suo nuovo disco, Ghali – già protagonista di uno scontro a distanza con il leader della Lega sulle tribune dello Stadio San Siro di Milano durante il derby dello scorso novembre – è tornato a parlare del segretario del Carroccio. In particolare ha fatto riferimento a quella figuraccia mondiale nel teatro della città polacca di Przemyśl, quando il sindaco mostrò quella famosa maglia pro-Putin indossata dall’ex Ministro degli Interni in più occasioni. E nel dare un giudizio su quelle immagini, il 28enne milanese sceglie di affidarsi alle parole di un suo collega, Marracash, con cui in passato c’erano state alcune frizioni.

Ghali contro Salvini cita le parole di Marracash

In occasione della presentazione del suo terzo disco, il rapper milanese ha parlato di musica e non solo. Perché, viste le tensioni precedenti, i presenti non hanno esitato a chiedergli un parere su quel che accade in Polonia (al confine con l’Ucraina) lo scorso 9 marzo, quando Matteo Salvini si vide “consegnare” la maglia con il volto di Putin più volte indossata in modo provocatorio davanti alle istituzioni europee quando il leader della Lega era europarlamentare. Il motivo è semplice: in una traccia del suo nuovo album – il brano “Free Solo” – si fa riferimento proprio a quanto accaduto a Przemyśl: “Solo un’altra figura di merda, Salvini che va in Polonia”. Quella strofa è cantata da Marracash e Ghali dà un giudizio su quelle parole in linea con il suo pensiero sul leader del Carroccio:

“Questa volta la citazione è di Marra, ma mi è piaciuta. Lui sa sempre essere fresco, attuale, e racconta la verità”.

Lo scontro a distanza Ghali contro Salvini, dunque, prosegue. Non solo allo stadio, ma anche a livello discografico. E, probabilmente, questo non sarà l’ultimo.

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