Salvini contestato in Polonia dal sindaco di Przemyśl: “Non la ricevo”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-08

Al suo arrivo a Przemyśl, città della Polonia a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, Salvini è stato contestato per i suoi elogi passati nei confronti di Putin

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Matteo Salvini è in Polonia, un viaggio a titolo personale e non in rappresentanza della Lega del quale ha parlato diverse volte in questi giorni, in particolare in risposta all’informativa in Senato con la quale il presidente del Consiglio Mario Draghi informava il parlamento della situazione in Ucraina. Ma al suo arrivo alla stazione di Przemysl, cittadina ad una decina di chilometri al confine, il leader del Carroccio è stato contestato dai presenti capeggiati dal sindaco Wojciech Bakun, che prima ha prima ringraziato l’Italia e poi ha mostrato a Salvini una maglietta con il volto di Putin dicendogli: “Io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo”.

Salvini contestato in Polonia dal sindaco di Przemyśl: “Non la ricevo”

Salvini dal giorno dell’invasione della Russia ha infatti cercato in tutti i modi di non nominare il presidente russo, visto il suo passato da sostenitore filo-Putiniano. Anche un gruppetto di italiani ha contestato il leader leghista urlando: “Buffone”, ma il leghista non ha raccolto la provocazione dicendo di essere lì per portare “aiuti e pace”. “Non ci interessa la polemica della sinistra italiana o polacca – ha aggiunto – siamo qui per aiutare chi scappa dalla guerra”.


Durante un’altra visita nel gennaio 2019 per incontrare il leader del partito di maggioranza (Partito diritto e giustizia), Jaroslaw Kaczynski, fu contestato alla Tomba del milite ignoto. “Razzista, fascista. Qui c’è la Polonia antifascista!”, gli fu gridato da un gruppo che mostrò anche uno striscione di critiche nei suoi confronti. Anton Shekhovtsov, politologo e scrittore ucraino, appresa la notizia dell’imminente ritorno in Polonia di Salvini per riposizionarsi al fianco della nazione oppressa ha scritto sui suoi social mostrando le foto del leader leghista con indosso la maglietta di Putin al Parlamento europeo: “No, Matteo, non dimenticheremo come hai fatto del tuo meglio per legittimare le politiche e le azioni dello stesso regime che ora sta commettendo un genocidio della nazione ucraina”.

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