Gennaro Licursi: il sindaco di Scalea arrestato perché non andava al lavoro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-12

Il primo cittadino è dipendente dell’ASL di Cosenza: sono 650 le ore di assenza dal posto di lavoro contate dalla GdF

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Gennaro Licursi, sindaco di Scalea e impiegato dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, è stato arrestato dalla Guardia di finanza con l’accusa di essersi assentato arbitrariamente dal posto di lavoro. Tre dipendenti dell’Asp sono stati sospesi perché sarebbero stati suoi complici.

Gennaro Licursi: il sindaco di Scalea arrestato perché non andava al lavoro

L’operazione che ha portato all’arresto del sindaco è stata denominata “Ghost work”. A Licursi, che è stato posto agli arresti domiciliari, viene contestato il reato di truffa aggravata. Nei confronti del primo cittadino i finanzieri della Tenenza di Scalea hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip su richiesta del Procuratore della Repubblica di Paola, Pierpaolo Bruni, e del sostituto procuratore Maurizio Licursi, che hanno coordinato l’inchiesta.

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I finanzieri della Tenenza di Scalea hanno anche eseguito un decreto di sequestro di beni per equivalente per un valore di 12 mila euro. La Procura della Repubblica di Paola, in una nota stampa, parla di “quadro indiziario particolarmente grave in ordine a condotte di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio”, aggiungendo che le indagini, “protrattesi per alcuni mesi, hanno consentito di svelare un radicato e consolidato meccanismo di illiceità che ha permesso al sindaco, nella qualità di dipendente dell’Asp di Cosenza, con la complicità di tre suoi colleghi, di assentarsi senza alcuna giustificazione dal luogo di lavoro.

Oltre 650 ore di assenza dal lavoro

Secondo l’accusa, il primo cittadino, una volta timbrato il ‘cartellino’, lasciava l’ufficio e si dedicava allo svolgimento di quotidiane attività di natura personale. Sovente, il pubblico amministratore – riferisce ancora la Procura – attestava falsamente di essersi recato in ‘missione’ per conto dell’ufficio, occupandosi, anche in questo caso, di questioni non attinenti al servizio. In tal caso, le indagini hanno permesso di accertare, altresì, la complicità dei suoi colleghi, i quali, in servizio in diverse sedi dell’Asp, attestavano che le missioni si erano svolte regolarmente”. Sono 650 le ore di assenza dal posto di lavoro contate dalla GdF.

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