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Galli: “Si rischia di più a prendere l’automobile che a sottoporsi al vaccino” | VIDEO

neXtQuotidiano 15/04/2021

Il direttore di malattia infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha le idee molto chiare sulla situazione del piano vaccinale italiano

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Il professor Massimo Galli, inviso a molti per via delle sue posizioni molto prudenziali sulle riaperture, ha parlato questa mattina del caso Johnson & Johnson e dell’inevitabile rallentamento – in attesa del nuovo pronunciamento dell’Ema dopo la decisione della FDA americana di sospendere le immunizzazioni con il vaccino Janssen – che si va a unire a quanto già capitato con Astrazeneca. Non sminuisce i rischi emersi ed evidenziati su alcuni pazienti, ma sottolinea come nella linea di principio dovrebbe valere il discorso dell’indice di rischio per tutti gli eventi della nostra quotidianità.

Galli: “Chiunque prenda l’auto rischia di più che fare il vaccino”

“Qui non si tratta di terrorizzare nessuno. Gli esami diagnostici vanno fatti e i vaccini vanno fatti. Nel senso che il rapporto costi-benefici è molto favorevole ai benefici – ha detto Massimo Galli in collegamento con Agorà, su Rai3 -. Chiunque di noi, uscendo la mattina prendendo l’automobile, magari andando in autostrada, si assume determinati rischi. E rischia di più che fare il vaccino”. Poi si lascia andare a un “Santo cielo”, per rafforzare la sua (nota) posizione sulla campagna di immunizzazione necessaria per poter mettere un freno a questa pandemia e – di conseguenza – procedere con un allentamento delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria”.

Poi il professore si concentra anche sulla farmacosorveglianza e sui primi dati emersi sia  per Astrazeneca che per J&J: “Si deve accettare il concetto che, nell’ambito di milioni di vaccinati, possono emergere delle ‘magagne’, chiamiamole così. E queste magagne bisogna capire se sono da vaccino oppure no. E comunque, nella loro dimensione, non devono far cessare una campagna vaccinale la mancata esecuzione della quale certamente si può associare e si assocerà a molti morti Questo tipo di problematiche si sono viste soprattutto nel sesso femminile e soprattutto in una fascia d’età. in fase prudenziale escludiamo quelle fasce, perché allargando la prudenza avremo un rallentamento che ci costringerà a rallentare le aperture.

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