Gallera smentisce Fontana: in Lombardia è fase 4

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-11-06

Mentre Fontana contesta la decisione del Governo di dichiarare la Lombardia zona rossa il 2 novembre l’assessore Gallera ha invato una circolare sullo stato attuale dell’emergenza in regione, parlando di scenario 4

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Mentre Fontana contesta la decisione del Governo di dichiarare la Lombardia zona rossa spiegando che”Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo e’ grave, ma inaccettabile. A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica”, il Fatto quotidiano spiega che se i dati sono vecchi di dieci giorni il 2 novembre l’assessore Gallera ha invato una circolare sullo stato attuale dell’emergenza in regione, parlando di scenario 4:

“In considerazione della ulteriore crescita della curva dei contagi da virus Sars Cov 2”, si legge nella nota, “si rende necessario dichiarare l’attivazione del livello 4 dell’organizzazione ospedaliera”. La Lombardia entrava ufficialmente nel livello più alto di allarme sanitario, quello che blocca ogni attività ospedaliera non Covid. Perché lo tsunami già allora non era più arginabile. Una verità taciuta da Fontana. Altrimenti avrebbe dovuto ammettere che il governo aveva ragione e che il l oc k do wn andava fatto almeno tre settimane fa. Quando cioè Cts, medici e sanitari tutti avevano iniziato a invocarlo. Un’omissione andata avanti per giorni. Il 4 novembre, alla firma del nuovo Dpcm, Fontana è arrivato a dire che la regione era stata “relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile” e blaterava di “schiaffi in faccia a tutti i lombardi”. Forse l’assessore Gallera non lo aveva avvertito di quanto aveva comunicato ai direttori sanitari: “Le attuali proiezioni delle esigenze di offerta assistenziale ospedaliera fanno ritenere che tra 14 giorni il fabbisogno di posti letto per pazienti Covid risulti essere di circa 750-800 p.l. di TI, di circa 7.500- 8.000 p.l. per acuti (di cui circa il 15-20% con assistenza ventilatoria non invasiva), e di circa 1.500 p.l. di degenze sub acute e di comunita ”. Tanto che ordinava entro 48 ore “l’immediata sospensione totale” “dell ’att i v i t à di ricovero programmato”.

Secondo Maria Teresa Zocchi, consigliera dell’Ordine dei medici di Milano, “il sistema è scoppiato. Abbiamo a casa – ha detto – persone in attesa di ricovero, che peggiorano”.

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