Gaia Tortora (La7) contro le interviste apparecchiate a Lega e M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-06

La conduttrice di Omnibus ha deciso che è ora di smetterla con le interviste “su misura” e annuncia che d’ora in poi se gli esponenti della maggioranza vorranno andare nella sua trasmissione dovranno accettare il confronto. È l’inizio della fine per il codice Rocco che regola le partecipazioni dei 5 Stelle nei talk show?

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Nei giorni scorsi la conduttrice di Omnibus Gaia Tortora era stata raggiunta da una rabbiosa scarica di insulti “social” per aver annunciato la sua decisione di ospitare in studio Alessandro Barbano, l’ex direttore del Mattino rimosso dal suo incarico perché la sua linea editoriale non era abbastanza morbida nei confronti dei nuovi poteri forti: Lega e MoVimento 5 Stelle. Oggi la Tortora ha messo in chiaro che con la nascita del governo Conte chi vorrà andare a Omnibus dovrà farlo rispettando le regole della trasmissione.

Il codice Rocco che regola le presenze dei pentastellati nei talk show

Come è noto gli esponenti (ad eccezione dei leader) del M5S durante questi mesi non si sono fatti quasi mai vedere in televisione. E se lo hanno fatto hanno deciso di adottare il cosiddetto “codice Rocco” (Casalino) che impone ad autori e conduttori la presenza dei parlamentari solo a certe condizioni. La principale è che a parlare ci sia solo il politico del M5S. Per evitare l’effetto “pollaio”, spiegano, e il fastidioso sovrapporsi di voci. Ma in realtà si tratta semplicemente di interviste apparecchiate, monologhi dell’ospite di turno su domande concordate senza un contraddittorio.

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Gli autori dei talk e dei programmi di approfondimento sono costretti a sottostare al ricatto, altrimenti rischiano di perdere l’ospite politico del momento a favore della concorrenza. Dall’altro lato la macchina della propaganda del M5S (ma anche quella della Lega e in misura minore quella degli altri partiti) ottiene due cose. La prima è che il messaggio arriva senza interruzioni o contestazioni. La seconda è che il video della trasmissione (con titoli mirabolanti) è bell’e pronto per la diffusione sui social.

Gaia Tortora: o Lega e M5S partecipano al dibattito o ne facciamo a meno

A rimetterci però è la qualità dell’informazione. E del resto non si capisce come mai, con tutti i social a disposizione, se un politico vuole fare un monologo non accenda la webcam e si rivolga direttamente ai suoi follower. Il fatto è che a questo genere di comunicazione manca l’aura dell’obbiettività del quale godono (nonostante insulti e critiche e accuse di servilismo) le trasmissioni televisive. Vi ricordate i bei tempi in cui i 5 Stelle pensavano di poter fare a meno della televisione e Beppe espelleva tutti coloro che andavano nei salotti televisivi? Sembrano passati secoli, ma sono passati appena cinque anni.

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Oggi Gaia Tortora ha annunciato a Lega e MoVimento 5 Stelle che ora che sono al governo «O i loro esponenti partecipano – le regole le stabiliamo noi – al dibattito confrontandosi con gli altri ospiti o ne facciamo a meno».

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Resta ora da vedere se Lega e M5S accetteranno le “nuove” regole del gioco (che in realtà sono quelle basilari del confronto televisivo e del giornalismo). Certo affinché il cambiamento possa essere davvero effettivo anche le altre trasmissioni televisive dovranno smettere di cedere alle richieste degli uffici stampa dei politici. Anche perché la decisione della Tortora mette in luce una cosa: la sostanziale insicurezza dei politici che non sono più in grado di reggere un dibattito se non confrontandosi con alcuni selezionati giornalisti più o meno graditi. Questo però significa anche che la gioiosa macchina della comunicazione approntata dalla Casaleggio Associati e guidata dai vari Casalino di turno non è altro che una colossale bugia. Per anni abbiamo parlato di come uno stuolo di esperti di PNL preparasse i pentastellati ai confronti televisivi. Ma in realtà i confronti non erano tali, quindi a cosa sono serviti gli esperti?

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