Gaetano Artale: il falso sopravvissuto di Auschwitz

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-02

Dice di chiamarsi Samuel Artale von Belskij Levi e di essere nato a Rostok ma in realtà si chiama Gaetano e la carta d’identità dice che è nato a Cosenza. Gadi Luzzato Voghera, il direttore del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, ha stabilito che la sua è una falsa testimonianza

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Dice di chiamarsi Samuel Artale von Belskij Levi e di essere nato a Rostok ma in realtà si chiama Gaetano e la carta d’identità dice che è nato a Cosenza. Ha raccontato che da bambino ebreo deportato ad Auschwitz fu costretto dai nazisti a frugare nei cadaveri per rimuovere i denti d’oro o a rubare cibo per gli altri prigionieri ebrei. Ma Gadi Luzzato Voghera, il direttore del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, ha stabilito che la sua è una falsa testimonianza.

Gaetano Artale: il falso sopravvissuto di Auschwitz

Il suo nome non compare negli archivi internazionali dei perseguitati dal nazismo di Bad Arolsen. Il Corriere della Sera racconta i dettagli di una storia tragica e comica insieme:

«Non ci serve una memoria spettacolo», taglia corto Luzzato Voghera. Il rabbino di Padova, Adolfo Locci, mette le mani avanti: «Il tema dello sterminio è già stato macchiato a sufficienza, non dobbiamo avere anche storie inventate». Ma intanto, Artale non arretra. Ieri, girando per casa aggrappato al suo bastone, ha continuato a negare di essere un impostore. «Le prove sono da qualche parte giù in cantina ma solo la mia segretaria sa dove». Mostra una carta d’identità con su scritto: Gaetano Artale nato a Cosenza. «È solo una registrazione più recente — si giustifica — li ho i documenti di Rostock, dove risulto chiamarmi Samuel Artale von Belskoj Levi…».

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Nel suo libro, ricorda« il momento che sono venuti a prenderci, sono entrati con la forza in casa, violando per sempre la nostra intimità» e la vita nelle baracche di Auschwitz «con i cadaveri ammassati, parassiti e topi ovunque. Dovevi resistere, perché se i soldati notavano sul tuo volto i sintomi dell’infezione venivi assegnato alle camere a gas». Stando alle ricerche di Luzzato Voghera, sarebbe tutto inventato.

Artale non si rende probabilmente conto dei pericoli della sua millanteria, visto che questa storia verrà usata da negazionisti e neonazisti vari per falsificare l’Olocausto, perché si dimenticherà che a smentirlo è stata proprio la comunità ebraica (mentre di solito i nazisti scappano quando vengono beccati e vengono coperti dai compagnucci di merende).

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