Gabriele Di Ponto: l’ultras laziale fatto a pezzi e gettato nell’Aniene

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-21

Ucciso e poi fatto a pezzi in un appartamento di San Basilio prima che il suo piede venisse ritrovato il 12 agosto 2015 sulle rive dell’Aniene. Tutte le tracce sono state fatte sparire e l’inchiesta per il suo omicidio si avvia verso l’archiviazione

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Gabriele Di Ponto è stato ucciso e poi fatto a pezzi in un appartamento di San Basilio prima che il suo piede venisse ritrovato il 12 agosto 2015 sulle rive dell’Aniene. Tutte le tracce sono state fatte sparire e l’inchiesta per il suo omicidio si avvia verso l’archiviazione.

Gabriele Di Ponto: l’ultras laziale fatto a pezzi e gettato nell’Aniene

Il 36enne ultras della Lazio era diventato una sorta di manager della droga nella sua piazza di riferimento e probabilmente proprio per questo è stato massacrato e fatto sparire. Prima era diventato uno spacciatore di grido al “bar della coltellata” di via Corinaldo, punto di riferimento della mala degli anni Ottanta. La sostanza spacciata era cocaina e secondo le indagini Di Ponto era il punto di riferimento di un gruppo di pusher. Racconta il Messaggero:

Ad introdurlo nell’ambiente sarebbe stato un suo amico che avrebbe fatto da garante. L’ultras della Lazio,però, non si sarebbe comportato in modo corretto. Avrebbe fatto il gradasso con i grandi fornitori della zona, insultato chi non doveva. Anche per questo motivo Di Ponto avrebbe discusso, pochi giorni prima del suo assassinio, anche con lo stesso amico che era riuscito ad introdurlo a San Basilio. Secondo gli inquirenti, perciò, la morte del 36enne si inquadrerebbe all’interno di questo contesto. Anche se sulla fine tragica dell’uomo la squadra mobile ha seguito più piste.

GABRIELE DI PONTO 1

Oltre alla casa degli orrori il pm Giorgio Orano e gli agenti per diverso tempo avevano battuto anche un’altra strada. Di Ponto, secondo questa altra ipotesi, sarebbe stato ucciso dentro un’auto. I killer avrebbero lasciato il cadavere dentro la macchina per una notte. Il giorno seguente però, per gli assassini, sarebbe stato impossibile trascinare il corpo, completamente irrigidito, fuori dal mezzo. Per questo si sarebbe reso indispensabile tagliare la gamba per tirare via il corpo dall’auto e disfarsi del36enne.

Un uomo è stato indagato per l’omicidio dopo una serie di confidenze di fonti di polizia tutte concordanti, ma non si sono trovati riscontri nei suoi confronti. La moglie di Di Ponto lo aveva abbandonato ed era scappato in Francia mentre il suocero aveva rottamato la sua moto pochi giorni dopo la sua scomparsa, suscitando i sospetti degli investigatori. Su Facebook, il 36enne, tra le tante foto che lo ritraevano, con una faccia da rissaiolo, occhiali scuri e il corpo istoriato di tatuaggi, aveva postato una frase da malavitoso doc: «I soldi servono a tutti ma non devi infamare». Traduzione: vietato fare la spia. Pochi giorni dopo è stato ucciso.

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