Perché i gabbiani hanno invaso lo stadio Olimpico

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-03-20

Ieri le riprese televisive li vedevano volteggiare sopra il campo di calcio durante la partita Roma-Sassuolo. Ma tra marzo e maggio i gabbiani sviluppano la loro passione per il calcio giocato in notturna in modo assolutamente bipartizan: in questa foto del Corriere dello Sport li vediamo l’anno scorso durante Lazio-Inter. Non è un mistero, in …

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Ieri le riprese televisive li vedevano volteggiare sopra il campo di calcio durante la partita Roma-Sassuolo. Ma tra marzo e maggio i gabbiani sviluppano la loro passione per il calcio giocato in notturna in modo assolutamente bipartizan: in questa foto del Corriere dello Sport li vediamo l’anno scorso durante Lazio-Inter.
gabbiani stadio olimpico
Non è un mistero, in ogni caso, che i gabbiani da anni abbiano invaso la Capitale. «Sono arrivati in città negli anni ‘70 – spiegava qualche tempo fa Piero Genovesi, responsabile del servizio di consulenza faunistica dell’Ispra -, furono attirati dai rifiuti, dalla discarica di Malagrotta che è stata una fonte di cibo inesauribile». Solo che la discarica ora è chiusa e i gabbiani cercano cibo. «Oggi lo trovano nei cassonetti e nei mucchi di rifiuti abbandonati ovunque – continua Genovesi -: non hanno paura dell’uomo, si spingono nelle città dove nidificano e si moltiplicano».


E c’è di più, visto che si tratta di gabbiani reali, ovvero di una specie protetta. E questo è il periodo dei fidanzamenti: tra febbraio e marzo si formano infatti le coppie. Come accadde nel ‘73. La leggenda narra che fu Folco Quilici a portare a Roma, da Giannutri, una gabbianella ferita. Allo zoo, dove era in cura, trovò il suo Romeo: un aitante reale di passaggio. Ma perché proprio l’Olimpico e perché quel continuo volteggiare nell’ovale dello stadio con tanto di telecamere e diretta tv? Una spiegazione può fornircela il sito del Comune di Roma: tra gennaio e febbraio i gabbiani “neosposi” vanno alla ricerca di uno spazio idoneo per nidificare, mentre le coppie già consolidate possono aver occupato il sito già da ottobre – novembre.


I siti vanno dal Ponte Rotto vicino all’Isola Tiberina, dove nidificano ormai da anni, e che forse è il più simile ad una scogliera (loro sito naturale), a cornicioni di monumenti e di palazzi antichi, tetti, comignoli, abbaini, ma anche ormai, col continuo incremento della popolazione, a terrazzi e balconi di normali palazzi moderni. E allora ecco che probabilmente l’invasione dei gabbiani durante la partita è dovuta al fatto che ci sono nidi da quelle parti e che i volatili vengano in qualche modo attirati o disturbati dalle luci dello stadio. E una soluzione c’è? A leggere sempre il sito del comune, no:

Tutto questo perché una volta che i gabbiani avranno fatto il nido e deposto le uova, tra marzo e giugno, sarà praticamente impossibile mandarli via (tra l’altro nidi e nidiacei, come per tutti gli uccelli, sono protetti dall’art. 49 f del Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali) e la convivenza con loro diventerà molto difficile. Infatti i gabbiani durante il periodo riproduttivo difendono il loro nido e i piccoli con molta decisione e possono essere aggressivi.

Leggi sull’argomento: Il cielo su Roma

 

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