Attualità
Furio Colombo dice che Orsini è “peggio di Putin”
neXtQuotidiano 16/05/2022
In un’intervista al Riformista, Furio Colombo torna sulle motivazioni che lo hanno spinto a lasciare il Fatto Quotidiano: “Non voglio essere associato minimamente a Orsini e alle sue parole”
“Orsini non è come Putin, è un po’ peggio, e io non voglio essere corresponsabile”: con queste parole, in un’intervista al Riformista, il fondatore del Fatto Quotidiano Furio Colombo torna sulla questione del suo “addio” al giornale diretto da Marco Travaglio finché quest’ultimo continuerà a ospitare gli articoli del sociologo della Luiss. Una decisione che, al momento, sembra irreversibile: “Io credo che non possa esserci una ricomposizione – sostiene Colombo – dal momento che Il Fatto Quotidiano ha non solo voluto Orsini tra le sue firme ma ha anche creato una grande serata in suo onore, come sua nuova star, una cosa che non è mai stata fatta. Lo hanno accolto con un trattamento che non è mai stato riservato a nessun altro, a mia memoria, nei giornali e in questo giornale in particolare. E io non voglio essere associato minimamente a quella persona e alle sue parole”. Per l’ex deputato e senatore, candidato alla segreteria del Pd nel 2007, oltre che ex direttore de L’Unità, “si è complici anche quando si fanno passare certe cose nel silenzio, quando ci si affianca a certi personaggi, a certe situazioni senza protestare”.
Furio Colombo dice che Orsini è “peggio di Putin”
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la serata organizzata per Orsini al Teatro Sala Umberto di Roma: “È questo che trasforma il giornale in qualcosa di diverso, in una manifestazione pubblica che sposa un pensiero particolarissimo a danno di tutti gli altri”. E Colombo aveva provato a mettere in guardia Travaglio, prima della lettera di addio: “Ne abbiamo parlato per settimane. L’ho pregato di intervenire, di dire, di far dire, di rispondere alle provocazioni in un certo modo. Di stabilire una posizione più alta. Gliel’ho suggerito, eccome. Ma niente. Vedo che non mi ha mai ascoltato. E allora mi sono visto costretto ad agire di conseguenza e ho scritto questa lettera”. La chiosa è categorica: “Finché ci sarà un personaggio come Orsini, e le notizie che porta fresche fresche tutti i giorni dalla Russia, il Fatto Quotidiano non sarà uno spazio di libertà”.