In Piemonte Fratelli d’Italia stanzia 400mila euro per le associazioni pro-vita

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-09-30

Ha fatto molto discutere il provvedimento “Vita Nascente” pronto per essere deliberato dalla Regione Piemonte, che prevede lo stanziamento di ben 400mila euro alle cosiddette associazioni pro vita

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La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, vincitrice indiscussa delle scorse elezioni, ha più volte ribadito la sua posizione sull’aborto affermando di non essere intenzionata a modificare la legge 194 ma di voler semplicemente offrire alle donne, specie a quelle in difficoltà economica, “maggiori opzioni”. E, in questo senso, ha fatto molto discutere un provvedimento dal nome “Vita Nascente” pronto per essere deliberato dalla Regione Piemonte, che prevede lo stanziamento di ben 400mila euro alle cosiddette associazioni pro vita, le cui posizioni sull’interruzione di gravidanza sono di certo ben note.

Nello specifico, si tratta di una delibera sui criteri di assegnazione di finanziamenti volti a sostenere progetti di accompagnamento finalizzati alla promozione del valore sociale della maternità e della tutela della vita nascente da parte di associazioni e organizzazioni operanti nel settore e iscritte negli elenchi approvati dalle Asl. Non solo: saranno previsti pure ulteriori 60mila euro che finanzieranno futuri interventi a supporto della segretezza del parto per le gestanti che abbiano deciso di non riconoscere il nascituro, soldi destinati ai servizi socio-assistenziali di Torino, Novara, Alessandria e Cuneo.

Le parole di Marrone (FdI) sui 400mila euro ai pro vita, insorge l’opposizione: “Contributi a associazioni antiabortiste”

Ad annunciare che la delibera di giunta fosse ormai pronta in Regione è stato l’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone (FdI), che ha spiegato in merito:

I 400.000 euro già stanziati a bilancio serviranno a sostenere le attività di ascolto e consulenza, attraverso la presenza a sportello programmato nei presidi sanitari, progetti di sostegno alle mamme per almeno i primi mille giorni dei neonati, anche attraverso sostegno economico e gli aiuti materiali e fornitura beni di prima necessità, percorsi di sostegno psicologico sia individuali che di gruppo, attraverso figure professionali adeguatamente formate e accompagnamento ai gruppi di auto mutuo aiuto tra gestanti e neomamme.

La deliberà di giunta sarà calendarizzata dalla conferenza dei capigruppo nella prima commissione quarta sanità e assistenza utile per essere esaminata prima dell’approvazione in giunta, come previsto dall’emendamento alla legge di bilancio. La Regione Piemonte pagherà alle famiglie socialmente vulnerabili e alle donne in difficoltà economica, magari perché abbandonate da genitori e partner, ciò che serve per non dover rinunciare alla gravidanza che desiderano: canoni di locazione, rate di mutuo, bollette di utenze, abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini.

Mentre noi realizziamo un passo alla volta la rivoluzione sociale delle culle, attuando finalmente la parte preventiva della legge 194 che tutela in concreto il valore sociale della maternità, le sinistre si radicalizzano ulteriormente inseguendo una piazza estremista che oltraggia cartelli con su scritte le parole ‘Dio’ e ‘famiglia’, non si meraviglino se il Paese reale ed in particolare le periferie voltano loro le spalle” ha concluso Marrone ringraziando la collega assessore all’Infanzia, Chiara Caucino “per aver sottoscritto insieme a me la delibera, a ennesima riprova della coesione programmatica e valoriale del centrodestra unito.

Ma l’annuncio del meloniano Marrone ha sollevato non poche critiche. L’opposizione si è sollevata immediatamente e ad esporsi sono state soprattutto Chiara Appendino e Sarah Disabato, deputata pentastellata la prima e capogruppo regionale dei 5Stelle la seconda, che hanno detto:

In attesa di vedere il testo definitivo in Commissione Sanità, possiamo già affermare con certezza che dietro alle dichiarazioni dell’Assessore Marrone – che sostiene di voler aiutare le donne che scelgono di abortire per difficoltà economiche – si nasconda null’altro che un’elargizione di contributi alle associazioni antiabortiste.

Volesse davvero aiutare le donne e le famiglie, la Giunta Regionale dovrebbe fare tutto ciò che non ha fatto in questi anni sul capitolo welfare e sanità: dall’abbattimento delle rette degli asili nidi all’incremento dei servizi per la prima infanzia, dai sostegni all’occupazione femminile agli interventi per garantire la presenza di medici non obiettori nelle strutture sanitarie. Continueremo, come abbiamo sempre fatto, a dare battaglia contro questi provvedimenti che riteniamo dannosi e discriminatori, e con i quali il Centrodestra tenta per mera ideologia di minare costantemente il diritto all’aborto e la libertà delle donne di decidere del proprio corpo. In piazza e tra i banchi del Parlamento e del Consiglio Regionale non smetteremo di far sentire la nostra voce per tutelare le conquiste di civiltà della legge 194.

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