I fratelli Bianchi prendevano il reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-17

I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, ma anche Pincarelli e Belleggia: tutti e quattro gli arrestati per la morte di Willy Monteiro con l’accusa di omicidio volontario percepiscono il reddito di cittadinanza. Come è possibile se ostentavano vacanze di lusso e potenti SUV?

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I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, ma anche Pincarelli e Belleggia: tutti e quattro gli arrestati per la morte di Willy Monteiro con l’accusa di omicidio volontario percepiscono il reddito di cittadinanza. Sarebbe questa la conclusione a cui sono arrivati gli inquirenti dopo i primi giorni di indagini. Il tenore di vita ostentato, a partire dal costoso Suv Audi Q7 per arrivare alle foto sui social in cui documentavano vacanze in location di lusso, hanno fatto partire gli accertamenti patrimoniali: ufficialmente infatti i Bianchi e gli altri due sono persone con un reddito modesto, quello compatibile con chi ha un banco di frutta.

I fratelli Bianchi prendevano il reddito di cittadinanza

In principio nel fascicolo di indagine sono stati acquisiti i precedenti dei Bianchi, tre per Gabriele per lesioni e porto d’armi e cinque, tutti per lesioni personali, per Marco. Un passato da picchiatori con uno stile di vita molto ostentato e, forse, poco compatibile con quello di proprietari di un banco frutta.In questo senso vanno avanti le indagini patrimoniali attivate dalla Guardia di Finanza attivate dopo la morte di Willy. Dagli accertamenti è emerso che il padre di Marco e Gabriele, Ruggero Bianchi percepiva il reddito di cittadinanza, e verifiche si stanno attivando su tutti e quattro i figli che comunque avevano un tenore di vita agiato. Soprattutto Marco e Gabriele ufficialmente nullatenenti e con un banco di frutta aperto da poco. Ma anche gli accertamenti su Belleggia e Pincarelli, spiega Repubblica Roma hanno portato alle stesse conclusioni:

La notizia fa scalpore soprattutto considerando il tenore di vita ostentato da quella che ormai è passata alle cronache come la banda di Artena: Suv, moto potenti, orologi costosi e vacanze da sogno tra Positano, l’Umbria e in barca a Palmarola, nell’arcipelago delle isole pontine. I Bianchi, che vivono tuttora in una villa di tutto rispetto, risultano però  avere ufficialmente pochi mezzi economici a disposizione. Tanto che il papà ha potuto chiedere e ottenere il sostegno statale. Lo stesso che hanno avuto anche i familiari di Pincarelli e Belleggia. Una contraddizione che ha insospettito non poco gli investigatori che, a questo punto, stanno cercando di capire come potessero quei giovani permettersi una vita tanto dispendiosa.

 

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La questione potrebbe arrivare presto in parlamento. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida annuncia di stare depositando una interrogazione parlamentare urgente alla Camera che possa rispondere con certezza alla domanda “É vero che i quattro accusati del brutale assassinio del giovane Willy, come riportato da alcune testate locali online, percepivano il reddito di cittadinanza?” Lollobrigida aggiunge: “Se sì, come mai le indagini patrimoniali sono state effettuate solo a seguito dell’omicidio di Colleferro, quando invece era noto a tutti lo stile di vita alquanto sopra le righe che i quattro conducevano, visto che circolavano con macchine di altissimo valore, facevano la bella vita ed erano già conosciuti alle forze dell’ordine come propensi a delinquere?”. Secondo il capogruppo Fdi, “sarebbe bastato aprire le loro pagine social, come hanno fatto in questi giorni molti italiani, per comprendere che non si trattava di persone in difficoltà”. Il Giornale precisa che i fratelli Bianchi e gli altri due avrebbero percepito 700 euro tramite il RDC dall’anno scorso:

I quattro arrestati, di cui tre totalmente sconosciuti al fisco, percepirebbero 700 euro dal 2019. Ancora da chiarire con quale denaro Gabriele ha aperto, a giugno, un negozio di ortofrutta a Cori. «Ho sfidato la crisi provocata dal lockdown», aveva detto Gabriele Bianchi, il fratello più alto, quello con «Proteggi la famiglia» tatuato sugli addominali, davanti alle telecamere del Tg3. Si sentiva un imprenditore modello per tutta la Ciociaria, Gabriele, ma con precedenti per spaccio di droga e lesioni. E una brutta fama, quella di «menare le mani» su commissione. Il caso sarebbe stato già segnalato all’Inps perla restituzione del denaro percepito indebitamente

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