Francia, Spagna e Romania: la mappa dei paesi a rischio Covid e vicini all’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-26

I problemi in Francia e Spagna con una possibile seconda ondata. E poi c’è il fronte dell’est, che arriva fino a paesi che magari non confinano con l’Italia, ma da cui ogni giorno giungono centinaia e centinaia di persone

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Mentre in Italia è più o meno sotto controllo (anche se c’è chi, come Andrea Crisanti, non ne sembra per niente convinto), ci sono paesi più o meno vicino o con grandi collegamenti economici, commerciali e culturali con l’Italia in cui l’epidemia di Coronavirus SARS-COV-2 sembra già alla seconda ondata. E questo non può che far preoccupare per i casi di importazione: il Messaggero spiega che Spagna e Francia, nazioni con le quali i contatti sono quotidiani, viaggiano a ritmo di mille nuovi casi al giorno.La Catalogna, in particolare, che aveva riaperto tutto, ma proprio tutto, con molta più spregiudicatezza dell’Italia, ora è costretta a fare una repentina marcia indietro, andando a richiudere pub e locali notturni. Ricordiamoci sempre che a Barcellona risiedono stabilmente almeno 25mila italiani e l’aeroporto di El Prat è a un’ora e mezzo di volo da Fiumicino.

La Francia sta vedendo crescere i casi di positività, attorno ai mille al giorno, quindi quattro volte l’Italia. Rischia di essere una minaccia anche per il nostro Paese che, paradossalmente, dopo essere stato a febbraio e marzo il centro dell’epidemia ora si trova in una situazione -perora esottolineiamo per ora – migliore di chi sta intorno. In Italia, giustamente, cipreoccupiamo perché l’Rt (indice di trasmissione del virus) nel Lazio o in Emilia-Romagna oscilla tra l’1,05 e l’1,15, ma in Francia, stando ai dati del Ministero della Salute, quel valore in molte regioni è assai più alto. È a 1,72 nell’Alta Francia (Lille), a 1,26 nell’Île-de-France (dunque Parigi), addirittura a 1,87 in Bretagna. E nelle regioni del sud, quelle più vicine al confine, oscilla tra 1,1e 1,5. Illusorio pensare che, con una ripresa della corsa dei casi positivi in aree con contatti così assidui con l’Italia, il nostro Paese non avrà conseguenze. Perfino la Svizzera, che ha meno abitanti della Lombardia, ieri ha contato 148 nuovi infetti. In Germania, con il triplo di casi giornalieri dell’Italia, il ministro-presidente del Land della Sassonia (Germania orientale), Michael Kretschmer, ha spiegato: «La seconda ondata è già qui, ci sono cluster ogni giorno. Il lavoro per contrastarli però sta funzionando bene»

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COVID-19: la mappa dei paesi a rischio (Il Messaggero, 26 luglio 2020)

E poi c’è il fronte dell’est, che arriva fino a paesi che magari non confinano con l’Italia, ma da cui ogni giorno giungono centinaia e centinaia di persone. Un incremento di casi positivi è stato registrato in Serbia Montenegro,ma per i cittadini di queste nazioni i confini sono chiusi perché sono stati inseriti nella lista delle 16 da cui non si può raggiungere l’Italia. Discorso differente per Romania e Bulgaria, per i quali, facendo parte dell’Unione europea, un divieto totale sarebbe complicato. Non solo: bloccare i rientri dalla Romania causerebbe problemi sociali visto che molti immigrati si sono spostati nel paese d’origine per le ferie, ma hanno la loro vita e il loro lavoro in Italia.

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