Attualità

Andrea Crisanti e i “dati strani” sui tamponi per il Coronavirus in Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-26

«Sorge qualche dubbio: in Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai»

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Il professor Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, rilascia oggi un’intervista al Messaggero e dice che i numeri di oggi sull’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 gli paiono “strani”:

Cosa ci dice l’andamento dell’epidemia in Francia, Spagna, Romania ma anche in Germania?
«Prima di tutto, sorge anche qualche dubbio: in Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste. Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai. Comunque sia, sarebbe utile conoscere le ragioni della differenza dei nostri dati con quelli degli altri
Paesi. Detto che anche i nostri 275 casi di oggi non sono pochi».

La seconda ondata arriverà a settembre?
«Non so se possiamo definirla seconda ondata, ma mi sembra evidente che avremo una fine dell’estate molto impegnativa. Forse anche fine agosto».

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Eppure, guardando i dati neppure si può dire che l’Italia stia agendo peggio degli altri, visto come sta correndo l’epidemia nel resto d’Europa.
«Vero, non lo si può dire. D’altra parte in questa epidemia s’impara giorno per giorno.Ma in questa fase l’Italia sta andando meglio di altri Paesi vicini. Ammesso, però, che stiamo testando le persone giuste, il dubbio, ripeto, viene. Se stiamo facendo qualcosa di buono, sarebbe meglio capirlo, studiarlo e incamerare questa esperienza».

Crisanti come applicherebbe i controlli alle frontiere?
«Innanzitutto cercherei di implementare il sistema di tracciamento del percorso di chi entra in Italia. Questa è la prima cosa. E poi tamponi. D’altra parte due sono le cose: o ti chiudi dentro una bolla, ma è impossibile, oppure fai un investimento senza precedenti sull’informatica e sui macchinari per fare tamponi, bisogna investire su qualsiasi tecnologia che permetta di identificare chi arriva con il virus. Costerà molti soldi, ma come ho già detto altre volte ricordiamoci sempre quando ci è costato il lockdown. Le faccio una domanda: lei accetterebbe un volo da Miami a occhi chiusi?».

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