Fatti
Voto di scambio con un boss mafioso: arrestato un candidato di Fratelli d’Italia a Palermo
neXtQuotidiano 10/06/2022
Il geometra Francesco Lombardo è finito in manette dopo che le forze dell’ordine hanno intercettato un suo incontro “elettorale” con Vincenzo Vella
Un altro scossone giudiziario nel giorno dell’antivigilia del voto per le amministrative di Palermo. La Polizia ha arrestato il candidato al Consiglio Comunale Francesco Lombardo, iscritto nelle liste elettorali di Fratelli d’Italia. Il geometra, infatti, è stato intercettato in un incontro – avvenuto alla fine di maggio – con il boss (pluri-condannato) Vincenzo Vella, uomo forte della criminalità organizzata nel quartiere Brancaccio e con alle spalle già tre condanne per associazione mafiosa (una sospesa per vizio di forma).
Francesco Lombardo, il candidato di FdI a Palermo arrestato
Secondo quanto trapelato, Francesco Lombardo avrebbe incontrato Vincenzo Vella lo scorso 28 maggio e avrebbe chiesto il sostegno del boss di “Corso dei Mille” per il voto di domenica 12 aprile. Lui, candidato nelle liste di Fratelli d’Italia come Consigliere Comunale (a sostegno dell’aspirante sindaco Roberto Lagalla), si sarebbe rivolto proprio a quell’uomo molto noto in città e che ha alle sue spalle già tre condanne per reati relativi alla criminalità organizzata.
Due condanne per associazione mafiosa già scontate, più una terza (a 20 anni) sospesa lo scorso anno per “vizio di forma”. E proprio per questo Vincenzo Vella era tornato in libertà. E quell’incontro con il candidato consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Palermo è finito all’interno delle intercettazioni ambientali che nella giornata di oggi hanno portato all’arresto di entrambi. L’ipotesi di reato è quella di voto di scambio politico-mafioso.
Si tratta del secondo arresto, nel giro di pochi giorni, di un candidato consigliere comunale di Palermo iscritto nelle liste del centrodestra. Due giorni fa, infatti, è finito in manette Pietro Polizzi (Forza Italia). Come accaduto oggi per Francesco Lombardo, l’accusa è la stessa: aver intrattenuto rapporti con personalità di spicco della criminalità organizzata palermitana per cercare di ottenere “sponsorizzazioni” in vista del voto di domenica 12 giugno. Giorgia Meloni non ha ancora commentato l’accaduto, seguendo lo stesso canovaccio utilizzato dal centrodestra nel (non) racconto dell’arresto di Polizzi.