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Francesco Aiello: il cugino mafioso del candidato M5S
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-01-10
Francesco Aiello, il docente universitario candidato alla presidenza della Regione Calabria con la coalizione civica del Movimento 5 stelle, “è cugino di primo grado del boss Luigi Aiello, ucciso a Soveria Mannelli il 21 dicembre del 2014 nella faida del Reventino tra gli Scali e i Mezzatesta”
Francesco Aiello, il docente universitario candidato alla presidenza della Regione Calabria con la coalizione civica del Movimento 5 stelle, “è cugino di primo grado del boss Luigi Aiello, ucciso a Soveria Mannelli il 21 dicembre del 2014 nella faida del Reventino tra gli Scali e i Mezzatesta”. Lo scrive “Il Fatto quotidiano”.
Francesco Aiello: il cugino mafioso del candidato M5S
“Per la Dda di Catanzaro – si afferma ancora nell’articolo de “Il Fatto quotidiano” – Luigi Aiello era uno ‘ndranghetista che faceva parte del ‘gruppo storico della montagna’. Detto ‘lo sceriffo’, secondo i pm, il cugino del candidato era affiliato alla cosca Mezzatesta ed era in grado di ordinare omicidi e fare estorsioni”. “Imprenditore nel movimento terra – scrive ancora il giornale – Luigi Aiello avrebbe effettuato diversi lavori con la sua impresa nella famosa abitazione di Carlopoli finita sulla stampa per l’abuso edilizio che sarebbe stato commesso dal padre del docente universitario”.
“Non c’entro nulla con mio cugino Luigi Aiello, peraltro morto 5 anni fa. Con lui non avevo alcun rapporto e ho fatto tutta la mia vita all’università, prima da studente, poi da professore”, ha detto Aiello oggi all’AdnKronos. “Peppino Impastato – rammenta Aiello – era figlio di un mafioso e nipote di un mafioso, ma non era mafioso”. “Ieri sera – racconta Aiello – al Fatto Quotidiano avevo già precisato che con mio cugino non avevo alcuna frequentazione. Io sono Francesco Aiello, punto”. “Nella mia vita – prosegue Aiello – ho sempre frequentato colleghi, studenti, dottorandi, magistrati, giornalisti, impegnandomi per la legalità e per la formazione delle nuove generazioni. Nessuno mi ha mai visto con la coppola, con santini bruciati e altri segni del genere. Fare questi accostamenti è un fatto grave, soprattutto sotto elezioni. Ed è lecito chiedersi a vantaggio di chi o di che cosa”. “Così – conclude Aiello – si ferisce la democrazia, la libertà e la dignità individuale. Tuttavia, ho spalle robuste e anche stavolta non mollo: vado avanti, sicuro di essere sulla strada giusta per contribuire a liberare la Calabria dal malaffare”.
Ma Nicola Morra si sfila dalla campagna elettorale in Calabria
Ma intanto Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, è andato all’attacco: “Non darò alcun sostegno alla lista”. Secondo il presidente della Commissione antimafia, “occupare gli spazi di cui ha parlato il procuratore Gratteri di recente è fondamentale, ma farlo con le persone giuste è un obbligo morale per chi fa politica attiva. Mi sarei aspettato dal candidato Aiello maggiore pubblicità e trasparenza sulle sue parentele”. E se la prende anche con Paolo Parentela: “Spero che il coordinatore di queste elezioni regionali non ne fosse a conoscenza, anche se gli obblighi di prudenza in questa terra impongono per chicchessia accertamenti approfonditi. Questo è uno dei motivi per cui non ho partecipato e non parteciperò alla campagna elettorale. Terrò ben lontana la mia persona da questa vicenda, in quanto ho un ruolo istituzionale da onorare.
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